mimicsmusings

Unquiet Grave translated into Italian


Sommario: "La Morte in sé non è nulla; noi temiamo il non sapere cosa, il non sapere dove". John Dryden

Rating: R - NC-17, fidati. Hey, sono io! Cosa ti aspettavi?

Category: X, MSR

Spoilers: trova posto nella sesta stagione, poco dopo Triangle. A meno che tu non sia una delle tre persone che non hanno ancora visto questa stagione, sei in salvo.

Archivio: già fatto per Gossamer ed Ephemeral, grazie. Chiunque altro la voglia è libero di fare man bassa. Solo fatemi sapere, in modo che io possa vantarmi.

Disclaimer: sì, davvero! Ma nemmeno nei miei sogni.

Author's Notes: stavo per terminare alcune delle mie fic lasciate a metà. Davvero. Ma decidere una cosa del genere ha fatto dire alla mia musa: "Scommettiamo?" Così, invece, ho scritto questa. Devo tenere su di giri la mia musa, perché è pazzerella.

Beta Thanks: a Cindy e XochiLuvr per aver ripescato il Beta Project dall'inferno, ancora ed ancora, ed ancora. Non mi avete mai permesso di essere da meno del mio meglio, ed io l'ho apprezzato, anche se mi sono lamentata ed ho imprecato alle vostre spalle. Almeno so che ora tocca a me. ~heeheehee~ se in questa storia c'è qualcosa di buono, è completamente merito loro. E se c'è qualcosa di sbagliato è perché non le ho ascoltate.

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Tradotto e adattato da Vix

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Nota di Vix: non sono esperta di giochi, molti nomi non sono tradotti.

È una fic molto carina, leggete e complimentatevi con Mimic.

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Unquiet Grave by mimic117

Contea di Ashtabula, Ohio
Lunedì 1° Aprile
Ore 15.45

"Mulder, come possono esserti servite due ore per capire che ci siamo persi?"

"Non sapevo che ci fossimo persi. Ho solo pensato che ci volesse più tempo del previsto per raggiungere la deviazione. È difficile giudicare le distanze quando stai guidando nella neve così alta".

"Non avresti dovuto permettermi di dormire. Se ti avessi guidato, forse non ci saremmo persi".

"Pensavo che tu avessi bisogno di riposo, Scully. Non ti saresti addormentata se non fossi stata stanca".

"Mi sono addormentata perché sono rimasta ipnotizzata dalla neve che turbina fuori dal finestrino. Sta scendendo più fitta rispetto a due ore fa. Perché non mi hai svegliata quando hai capito che ci eravamo persi?"

"L'ho fatto! Ti ho svegliata proprio ora. Ecco quando l'ho capito. Vuoi continuare a discutere con me o vuoi aiutarmi a capire dove siamo?"

"Non staccare gli occhi dalla strada. Io terrò d'occhio i segnali. Tu concentrati su..."

Scully arrivò in ritardo con il suo avvertimento. Appena le parole le uscirono dalla bocca, le ruote dal suo lato della macchina scivolarono sulla banchina. L'urto non fu improvviso o sbalzante, fu più uno scivolare in una fossa riempita di neve. Mulder lottò strenuamente con il volante, usando ogni oncia di abilità a sua disposizione per prevenire l'inevitabile... incluso alcune imprecazioni molto impressionanti. Tutto invano. Quando la macchina a noleggio rimase in bilico sulla banchina come una giostra rotta, il silenzio scese sugli occupanti. L'unico suono udibile era il roteare attutito degli inutili pneumatici che non stavano andando da nessuna parte.

Spegnendo il motore, Mulder batté la testa sul volante per la frustrazione. Anche se avesse trovato qualche arguzia da dire, avrebbe tenuto la bocca chiusa per il disgusto. Fiocchi soffici e grassi continuavano a cadere giù ad una velocità allarmante, stendendo rapidamente un manto sul parabrezza finché il mondo visibile fu ridotto all'interno della macchina. Nessuno di loro si mosse finché lei prese un sospiro profondo e parlò.

"Usciamo da qui prima di non poter scavare fino alla superficie".

Tentando di non attrarre attenzione indebita al proprio ruolo nella loro disavventura, egli rispose con voce pacata: "Non dovremmo stare qui fino all'arrivo dei soccorsi? Fa piuttosto freddo là fuori, Scully".

Il suo sguardo penetrante informò Mulder che era sul punto di essere messo sulla graticola, e che avrebbe fatto meglio ad avere le risposte corrette alle sue domande se non voleva essere abbandonato sul ciglio della strada in un fosso pieno di neve.

"Mulder, quante macchine hai visto nelle ultime due ore?"

Ora era il suo turno per sospirare: "Nessuna".

"E quante case hai visto nello stesso lasso di tempo?"

"Uhm, non molte".

"Nessuna indicazione per strade, città, motel, aree di sosta?"

"Stava nevicando così forte che dovevo tenere gli occhi sulla strada... No, Scully. Nulla".

Lei fece un brusco cenno alle sue risposte.

"Bene, io ho notato quello che sembrava essere un numero civico inchiodato ad un albero e quello che sembrava un passo carraio appena tagliato nei boschi dopo essermi svegliata. Forse potremmo trovare aiuto là".

Lui voleva attirare l'attenzione sul fatto che vagabondare in una bufera di neve non era una cosa molto salutare da fare, ma preferì evitare dopo aver sbirciato i lineamenti di Scully. Sembrava decisa a gettare la sua buona sorte in balìa degli elementi, e dove lei fosse andata, lui l'avrebbe dovuta seguire.

Lei cercò nella tasca del cappotto, poi estrasse il cellulare. Premette tre cifre, mise il telefono all'orecchio, poi aggrottò le ciglia.

"Riproverò quando usciremo da questo fosso. Forse sta bloccando il segnale".

Rimettendo il telefono in tasca si girò il più possibile verso Mulder. Restarono seduti per circa un minuto così, finché Scully alzò entrambe le sopracciglia. Fu allora che lui comprese che stava aspettando qualcosa. Alzò le sopracciglia in risposta.

"Non prendi il bagaglio?" chiese.

"Perché vorresti il bagaglio?"

"Fa freddo là fuori, Mulder. Hai idea di quante persone muoiono per ipotermia ogni anno perché non indossavano un abbigliamento adeguato?"

"Indossiamo allora più strati".

"Così quei vestiti diventeranno sudati per lo sforzo di camminare nella neve. Finiremo congelati, e non avremo nulla di asciutto per cambiarci".

"Se quel passo carraio conduce ad un pollaio o ad un capanno di caccia, potremmo dover camminare parecchio. Vuoi davvero dibatterti attraverso una bufera di neve portando un pesante bagaglio? Non penso che le ruote a scomparsa funzioneranno bene, nella neve".

"Tutte ragioni in più per avere vestiti extra sottomano per avere più calore".

Mulder capì dall'espressione del suo viso che non avrebbe vinto questa battaglia. Forse poteva almeno proporle un compromesso accettabile.

"Cos'hai nel bagaglio a mano?" chiese.

Lei inclinò la testa di lato e lo guardò con un barlume meditabondo negli occhi.

"Un paio di cambi di vestiti semi casual. Alcuni articoli da toeletta. Materiale medico. Non è una cattiva idea, Mulder".

"Tieni il materiale medico nel bagaglio a mano?"

"Mi piace essere preparata. Cos'hai nella tua borsa?"

"Oh, il solito". Sventolò una mano con noncuranza. "Biancheria intima, indumenti per correre, jeans, magliette, qualche numero di Celebrity Skin".

Le sopracciglia di Scully si alzarono di nuovo.

"Ehi!" disse, "anche io credo nel motto dei Boy Scout".

"Non sei mai stato nei Boy Scout".

"Però ho conosciuto molte Girl Scout. Conta?"

Lei ignorò la sua domanda e disse: "Vada per il bagaglio a mano. Ora usciamo da qui prima di diventare parte del paesaggio".

Lui tirò la maniglia dello sportello spingendo il più forte possibile. L'inclinazione della macchina e la gravità non erano a suo favore, ma non avrebbe abbandonato per poi soffrire l'ulteriore collera della collega.

Un enorme schizzo di neve scivolò nella portiera e sul suo viso; l'accettò come penitenza per i suoi peccati.

Mulder considerò di congratularsi con se stesso per aver noleggiato un SUV a 4 ruote motrici, ma decise che quella pacca sulla spalla probabilmente era prematura. Il robusto veicolo li aveva tenuti sulla strada più a lungo di quanto avrebbe fatto uno a due ruote motrici, ma alla fine, non aveva fatto differenza. Strisciò tra i sedili posteriori le porse le borse dove lei potesse afferrarle. Lei le lanciò fuori dallo sportello aperto sulla pendenza nevosa, poi si arrampicò fuori. Mulder la seguì, aiutandola a salire verso la strada con una mano mentre trascinava i bagagli con l'altra. Scivolarono indietro lungo il pendio solo due volte e la cosa lo colpì, considerando che le sue scarpe da ginnastica erano anche meno utili degli stivali eleganti di lei per fare presa nella neve sdrucciolevole.

Una volta arrivati alla strada, esplorò i dintorni e dovette ammettere che lei aveva ragione. Uscire dalla macchina era la cosa migliore da fare perché il loro veicolo, con l'attuale ritmo di accumulo, non sarebbe stato altro che un mucchietto ricoperto di neve, fra un paio d'ore. Il cielo non dava segno di schiarirsi, e la neve gli arrivava alle ginocchia. Mulder poteva vedere dove il telaio aveva raschiato solchi nella neve tra le ruote, solchi che si stavano riempiendo sotto ai suoi occhi. Gettò la sua borsa coperta di neve su una spalla, poi si girò a prendere quella di Scully. lei gli spedì uno sguardo che proclamava:

"Toccala e sei morto".

Egli agitò la mano nel gesto di 'fai pure, non ci sono problemi'. Invece di raccogliere la borsa, prese il cellulare dalla tasca del cappotto bloccandolo ancora all'orecchio. La sua espressione seccata non era rassicurante.

"O siamo fuori campo," disse," o il temporale sta bloccando il segnale. Suppongo che dovremo camminare per trovare aiuto".

Lui sperimentò un sorriso insinuante. "Rassegnati, Scully. Io ho lasciato il mio 'union suit' (quei mutandoni che vanno dalle caviglie fino ai polsi, ndt) a DC, così avrò un po' di freddo".

Colpendolo con un'ultima occhiata scocciata, abbottonò il cappotto da cima a fondo e raccolse il bagaglio. Afferrandolo al petto in un goffo abbraccio per evitare di trascinarlo nella neve, si agitò verso la strada e verso le tracce della loro macchina che ormai stavano scomparendo. La neve aveva riempito le impronte, rendendo un poco più facile camminare. Mulder la seguì, ognuno di loro scelse una pista di pneumatico così da poter camminare fianco a fianco.

Stavano procedendo a fatica da alcuni minuti, tra i grassi fiocchi che colpivano le loro facce fredde, quando Scully adocchiò un'apertura tra gli alberi.

"Non ti sembra un passo carraio?" chiese, tra piccole nubi sbuffanti tra le labbra. "C'è anche un numero civico su quell'albero".

Lui annuì. La pista attraverso la folta foresta era troppo diritta e regolare per essere naturale. "Che buon occhio, Scully. Speriamo che il vialetto non sia così lungo da doverlo percorrere in macchina ogni giorno solo per prendere la posta".

Lo era quasi.

Persino con Mulder a fare da apripista, ci volle loro quasi mezz'ora di fatica attraverso la neve profonda, per arrivare alla casa. Per allora, entrambi furono gelati e senza fiato. La piccola costruzione silenziosa nella radura fu una vista gradita. Si fermarono alla base dei gradini del portico anteriore per prendere fiato.

"Lucy, sono a caaasaaa". Probabilmente il suo scherzo sarebbe andato meglio se la sua voce non fosse sembrata così ansante.

"E se non ci fosse nessuno qui, Mulder?" Scully già aveva recuperato abbastanza per aggrottare le ciglia. "Noi non possiamo irrompere in casa di qualcuno".

"Io non penso che dovremo", rispose. "Scommetto che c'è qualcuno in casa, giudicando dalla mancanza di tracce e dal cumulo della misura di una macchina proprio alla destra del portico".

"Bene, speriamo che la tempesta non abbia messo fuori uso le linee telefoniche".

Mulder gettò uno sguardo in alto, cercando i fili. Merda, non c'erano linee telefoniche. Batté le palpebre molte volte per la sorpresa, poi analizzò gli alberi circostanti, tentando di trovare la simmetria perfetta di un palo telefonico. Non c'era nemmeno quello. Si girò attorno e guardò indietro lungo il passo carraio cercando qualsiasi traccia di cavi telefonici o elettrici diretti alla casa. Nulla.

Tra tutte le possibili case in tutte le possibili città nell'intero stato dell'Ohio...

Indicando verso l'alto, attrasse silenziosamente l'attenzione di Scully verso la sua scoperta. Ma invece di andare in collera e maledirlo per averli messi in quel guaio, lei si limitò a grugnire, e disse: "C'era da immaginarlo". Poi gli indicò che avrebbe dovuto continuare fino alla porta. Trascinò la borsa seguendolo a fatica, sembrava aver abbandonato l'idea di tenere il bagaglio asciutto pur di dare tregua alle sue braccia. Mulder bussò alla porta e la guardò aprirsi.

"Oh bene," disse sarcasticamente Scully,"e io che avevo paura di stare per morire congelata a gambe incrociate nel portico di un estraneo. Questo è molto più promettente".

Lui varcò la soglia con lei che lo seguiva a debita distanza. Senza discutere posarono le borse e pescarono le pistole da sotto i cappotti.

La casa era silenziosa e buia. Il loro respiro continuò ad uscire in nubi vaghe dopo che ebbero chiuso la porta dietro di loro. Non c'era calore evidente, né dal focolare contro il muro alla loro sinistra, né dalla stufa a legna nella cucina alla loro destra. Si poteva dedurre che la casa fosse abbandonata, ma i mobili non erano impolverati ed oggetti di vita quotidiana erano sparsi attorno.

Mulder andò ad una porta nel retro della cucina e guardò fuori dal vetro. Nessuna traccia si allontanava dalla casa in quella direzione.

"C'è qualcuno in casa?" gridò. Quando non ottenne risposta, si rivolse ancora a Scully e scosse le spalle. "Suppongo che dovremmo dare un'occhiata in giro".

Lei sbuffò. "Se incontriamo un proprietario furibondo seduto sul water, sarai tu a dovere le spiegazioni".

Abbassarono le armi ma stettero in allerta. Non trovando interruttori elettrici, estrassero le torce per tagliare l'oscurità.

La casa lunga, in stile ranch, aveva le zone giorno su un lato e le camere da letto sull'altro. Le stanze di soggiorno principali sembravano essere tre stanze connesse in una più grande unità, senza muri ad interporsi. La porta anteriore si apriva direttamente in un'area tra il soggiorno e la sala da pranzo. Un sofà e un divanetto a due posti erano messi agli angoli del focolare freddo, con un paio di 'end tables' (tavolini che si accostano ai divani, per appoggiare le lampade, in seguito "tavolini" ndt) e lampade a petrolio per completare il gruppo.

La cucina sagomata ad U era all'altro lato della grande stanza, il tubo della stufa a legna attraversava il muro per fare uscire il fumo ed i tronchi erano conservati in una cassa accanto alla stufa. C'era una pompa a mano vecchio stile accanto al lavandino, e molti armadi a muro dal pavimento al soffitto. Cappotti, stivali ombrelli, rotoli di corda, cesti, cappelli, guanti e sciarpe aggrovigliati designavano la porta della cucina come l'ingresso posteriore. Dopo un'ispezione più accurata della cucina, scoprirono che il grosso frigorifero nell'angolo funzionava tramite un generatore a kerosene. Ora era silenzioso, probabilmente a causa di una mancanza di carburante.

A metà tra il soggiorno e la cucina c'erano un tavolo rotondo e due sedie con schienale a listelli di legno davanti ad una credenza con le porcellane, messa contro al muro accanto alla porta principale. Molte lampade a gas dell'epoca vittoriana pendevano dal soffitto o erano appoggiate ai muri.

Nell'insieme, uno spazio piacevole ed accogliente.

Spostandosi alla sinistra della porta anteriore, seguirono il retro del sofà verso l'unico corridoio. Le porte erano allineate sul lato destro, mentre quello sinistro era ricoperto di fotografie di famiglia attorno alle due finestre attraverso le quali Mulder poté vedere la tempesta che infuriava all'esterno. Quando Scully aprì la prima porta accanto al focolare, rivelò una scala a chiocciola di legno che conduceva in cantina. Chiamò giù nella scala scura senza ricevere risposta, così furono d'accordo ad esplorare in seguito quella parte.

La porta seguente si apriva su un piccolo bagno, completato con un gemello in miniatura del focolare del soggiorno. Sorridendo, Scully passò le mani sulla vasca smaltata con le zampe. La catinella e la brocca sul piedistallo erano ricordi di un'epoca precedente. Lei raccolse la brocca, poi si fermò, con un cipiglio che le increspava la fronte.

"Se questo è il bagno, dov'è il gabinetto?"

Mulder stava per stabilire che ovviamente non c'era, ma pensò saggiamente che fosse meglio non farlo, considerato in che modo stavano andando le cose. Decise anche di non porre l'accento sulla mancanza di rubinetti sulla vasca. Guardandosi attorno per cercare una risposta che non la facesse irritare ulteriormente, per caso guardò dalla finestra. Il giardino posteriore era stato liberato dagli alberi per lasciare posto a piccole dépendance e capannoni. Uno di quegli edifici aveva una sagoma familiare piuttosto inquietante.

"Uhm, penso che sia là fuori, Scully".

Posando la brocca, lei andò alla finestra e pigiò il viso al vetro.

"Un gabinetto esterno?" si lagnò. La finestra cominciò ad appannarsi mentre la neve aumentava la sua danza turbinosa, consentendo di vedere solo bianco. "Ci perderemo, là fuori! Com'è possibile usare un gabinetto esterno con questo tempo?"

"Guarda il lato positivo. Almeno avrà un odore migliore ora che nella calura estiva".

L'occhiata terribile che gli sparò avrebbe potuto squagliare un crop-circle nella neve.

Mulder si morse subito le dita e lasciò il bagno, ricordandosi che aveva visto una corda, poco prima. Riattraversando il soggiorno, si diresse diritto alla porta della cucina. Sì, era là, appesa tra cappotti e stivali. Rivolgendosi alla collega che l'aveva seguito ed ora aveva un'espressione confusa sul viso, presentò la corda alla sua approvazione.

"Ti allaccerò questa in vita, così potrò tirarti indietro se finirai fuori rotta" disse, "che ne pensi?"

"Sembra che tu voglia scoprire se sono in grado di legare un nodo scorsoio," rispose, "non ti permetterò di tenermi al guinzaglio mentre mi sto facendo gli affari miei. Passiamo al piano B".

"Immagino che appagare una delle mie fantasie sul bondage sia fuori questione, huh?"

Un cipiglio irritato fu la sua unica risposta.

Lui pensò per un momento, con le labbra aggrottate, battendosi il dito sul mento. Poi si illuminò in viso e sorrise.

"Legherò la corda alla casa e la tenderò fino alle costruzioni. Così potremo usarla per orientarci. Ci darà anche un appiglio contro il soffiare del vento".

"E se la corda non fosse abbastanza lunga?"

"Un problema alla volta, per favore. Vediamo prima se c'è un posto dove legarla alla casa".

Mulder aprì la porta posteriore ed uscì nel piccolo portico. C'era meno neve qui che sul davanti, ma era comunque abbastanza alta da coprire le scarpe da ginnastica e salire sulle gambe dei suoi jeans. Adocchiando un profilo familiare attorno al palo sinistro del portico, sogghignò. Afferrando Scully per la manica del cappotto, la tirò accanto a sé, indicando.

"Grandi menti pensano in modo simile. Il tuo passaggio sicuro ti attende".

Tra i fiocchi che turbinavano, potevano scorgere a fatica una linea scura di corda che correva dal palo attraverso la tempesta di neve nella direzione del gabinetto. Gli diede una tirata ed annuì soddisfatto.

"Bella e robusta, e non troppo alta da terra. Ora possiamo rispondere alla chiamata della Natura senza smarrirci nei boschi".

Scully si ritirò in casa e cominciò a frugare tra gli stivali accanto alla porta. Estraendo il paio più piccolo che poté trovare, gettò via i propri stivali e infilò i piedi in quelli di gomma, molto più grandi. Strappò una sciarpa dall'attaccapanni a muro e l'avvolse attorno alla testa. Uscì dalla porta, spinse Mulder da parte, afferrò la corda e si diresse fuori nella tempesta senza una parola. Lui si chiese se trattenere la risata gli avrebbe procurato dei danni. Decise che lasciarla uscire sarebbe stato peggio. Tornando in cucina, rimise il rotolo di corda dove l'aveva trovato ed attese la sua collega.

Sembrò che le servisse un tempo davvero lungo per tornare. Guardando attentamente attraverso il vetro della porta della cucina, stava considerando se mandare una squadra di soccorso di un solo membro, quando la vide materializzarsi tra la neve e calpestare le proprie impronte. Le aprì la porta e la fece entrare insieme ad un colpo d'aria fredda. Chiudendo di nuovo la porta, l'aiutò ad uscire dalla sciarpa piena di neve, spazzolandole il cappotto come meglio poteva. Lei si tolse gli stivali, spargendo creste di neve.

"La stanza del piccolo agente (ovviamente si intende il gabinetto, ndt) ha ottenuto la tua approvazione, Scully?" non poteva nascondere il divertimento nella sua voce, ma fece uno sforzo coraggioso per non sorridere furbescamente.

Lei l'ignorò. "Fa' attenzione alle correnti ascensionali, Mulder. Spero che tu abbia portato con te i Kleenex".

Lasciandolo con la bocca aperta ed un sorriso che si formava sul viso, lei rimise i propri stivali, appese la sciarpa sul piolo, e si diresse di nuovo verso il corridoio.

Lui la seguì e la trovò che già controllava la terza porta. Si apriva su una camera da letto, probabilmente per gli ospiti, poiché la mobilia consisteva di un letto doppio ed una piccola cassettiera con specchio incorporato. Notò che alcuni dei cassetti erano aperti. Lasciandola ad ispezionare la stanza da sola, continuò nel corridoio fino all'ultima porta. Si fermò di fronte a questa e girò la maniglia.

"Mi piacerebbe vedere cosa c'è dietro alla porta numero quattro, Monty".

Lui la spinse e sbirciò nella stanza, ma invece di entrare, indietreggiò di due passi e la richiuse.

"Monty, ho cambiato idea".

"Parli con me, Mulder?" Scully apparve nel vano della porta della camera con una domanda negli occhi. L'occhiata che le diede la portò al suo fianco in tre lunghi passi. "Cosa c'è?"

Mulder si guardò la mano, ancora avvolta alla maniglia.

"Penso di aver trovato il nostro padrone di casa" disse, spingendo ancora la porta. Rimasero vicini fissando il corpo dell'uomo steso sul letto. Sarebbe sembrato addormentato se non fosse stato per il buco nella tempia ed il sangue schizzato sulla testata del letto.

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Ore 17.58

Dopo avere scoperto il proprietario assassinato, Mulder e Scully andarono in modalità investigazione. Lei radunò borse di plastica e guanti di lattice dal suo bagaglio a mano in modo da poter esaminare il corpo mentre lui ispezionava la camera da letto. Quando lui stava per cominciare, lei prese una lampada a petrolio accesa dal soggiorno, la mise sulla cassettiera, poi lasciò di nuovo la stanza, mormorando qualcosa sulle condizioni primitive di lavoro. L'illuminazione risultante era eccessivamente abbagliante ed instabile, ma era meglio che andare a caccia di indizi con una pila.

Era ovvio che qualcuno aveva ispezionato la cassettiera e l'armadio, lasciando i cassetti aperti ed i vestiti sul pavimento. Un fucile da caccia a pompa era in piedi in un angolo dell'armadio, pulito e scarico. Le scatole da scarpe sulla mensola superiore erano state ispezionate senza alcun riguardo. Un orologio da uomo ed un portafoglio erano posati sulla cassettiera, ed alcuni gioielli da donna dall'aspetto poco costoso giacevano indisturbati in un portagioie di velluto accanto a quelli. Non c'era niente di interessante sotto il letto, nemmeno batuffoli di polvere.

Allargando le indagini oltre la camera da letto, Mulder notò impronte fangose nel corridoio provenienti direttamente dalla porta anteriore. Si prese mentalmente a calci per non averle viste prima, ma ormai il danno era fatto. L'altra camera da letto produsse risultati simili alla scena dell'omicidio, tranne il corpo. Il bagno era pulito... letteralmente. Non c'era molto da esplorare là, oltre all'armadietto dei medicinali sul muro che non rivelò niente fuori dell'ordinario. I cassetti delle credenze in cucina erano stati frugati, ma non poteva dire se qualcosa fosse stato preso. I tavolini del soggiorno non produssero altro che mucchi di giochi da tavolo. L'armadietto delle porcellane appariva rovistato, anche se un libretto degli assegni con l'indirizzo di una banca locale era nel cassetto. Accanto alla biancheria da tavola ed a quello che probabilmente era il servizio buono di posate, c'era una piccola pila di libri e dei vasi per fiori; vassoi assortiti e ciotole erano negli altri armadietti.

Anche il seminterrato era sottosopra. Le file di scatole e vasi sembravano essere state spostate, e gli oggetti grandi erano stati tirati via dal muro. Si chiese cosa stessero cercando gli intrusi.

Il seminterrato risultò essere una vera e propria cantina per conservare generi alimentari. Al bagliore della torcia, trovò mensole piene di formaggi, burro, carote, patate e mele in una piccola stanza su un lato. La stanza più grande conteneva pancetta affumicata e prosciutto, pesce essiccato, conserve, pomodori inscatolati e sottaceti. Guardando tutto quel cibo, Mulder comprese di avere fame. Avevano saltato il pranzo mentre guidavano attraverso la bufera di neve, poi la scoperta di una scena delittuosa aveva rimandato ulteriormente il pensiero del cibo. Lo stomaco ora gli stava ricordando rumorosamente la sua negligenza. Non poté evitare di lanciare un grido alla vista di tale dono generoso.

Avendo esaurito ogni possibile indizio nella cantina, risalì le scale, quasi piegato a metà per evitare di spaccarsi la testa contro il soffitto. Sfortunatamente, si rialzò prima di esserne completamente uscito. Il tonfo sordo del cranio che incontrava il legno gli echeggiò rumorosamente nella testa. Smise di camminare per un secondo e tastò il suo nuovo bernoccolo. Non ne avrebbe mai parlato a Scully. Era solo uno in più per la sua collezione, e non stava nemmeno sanguinando. Era certo che le pulsazioni si sarebbero fermate presto.

Avendo completato con soddisfazione la sua parte di indagine, tornò in corridoio e ficcò la testa nell'ultima camera da letto. Scully era chinata sul corpo e prendeva appunti su un piccolo blocco di carta. La sua ombra sul muro sembrava un gigante torreggiante sulla vittima.

"Andrò ad accendere il fuoco, prima che finiamo entrambi congelati" disse. "Poi preparerò qualcosa da mangiare. Hai fame?"

"L'avrò quando avrò finito qui," rispose, "ma non penso che dovresti accendere il fuoco. Il calore accelererà la velocità di decomposizione del corpo".

"Non quanto il freddo mi trasformerà in una scimmia di ottone, con incluse appendici gelate".

(Brass monkey, scimmia di ottone, indica il freddo glaciale, ndt) Gli sparò un'occhiata incredula alla quale rispose: "Lasciami almeno accendere la stufa in cucina, così potremo mangiare qualcosa di caldo. È dalla parte opposta della casa, così non è probabile che il corpo sia danneggiato dall'aumento di temperatura... per un po' di tempo".

Scully alzò la testa da un lato, apparentemente considerando l'idea.

"Okay," rispose, "ma non accendere il camino finché non avrò terminato il mio esame. Chiuderò la porta quando avrò finito. Forse sarà sufficiente per mantenere il fresco qui dentro".

Lui la lasciò al lavoro e si ritirò in cucina. Raccogliendo la legna dal caminetto accanto alla stufa, avviò il fuoco e portò a termine il suo primo obiettivo: asciugarsi e scaldarsi.

Mentre Scully continuava ad esaminare il corpo, si cambiò le scarpe da ginnastica bagnate con un paio di stivali presi in prestito, poi controllò le provviste per la cena.

Il contenuto del frigorifero era completamente sprecato. Col generatore spento, tutto si era guastato. Chiuse lo sportello e decise che qualcun altro se ne sarebbe occupato.

Le credenze della cucina erano ben fornite di zuppe in scatola, pasta, brodo, scatole di riso e pasta con formaggio, diversi tipi di cereali e sacchetti di tagliatelle. Nonostante i ritratti di famiglia nel corridoio mostrassero l'uomo assassinato con una donna accanto, non c'erano tracce del tocco di una moglie, nella casa. Mulder pensò che fosse morta anni prima, giudicando dallo strato di "scapolo" che soffocava l'influenza femminile.

La sua prossima preoccupazione era l'acqua. La pompa in cucina e l'assenza di rubinetti sulla vasca indicava la mancanza di tubature moderne. Era probabile che i tubi della pompa fossero gelati per il freddo, ma decise di provarla ugualmente. Fu piacevolmente sorpreso quando alcuni colpi vigorosi sul manico della pompa produssero uno sgorgare gorgogliante di acqua chiara e ghiacciata.

Trovata una scatola di fiammiferi di legno su una mensola sul muro di cucina, Mulder accese i candelieri, illuminando la scena in modo soddisfacente. Aprì un armadio a muro, ne estrasse due lattine di brodo di pollo e le mise sul bancone. Controllò i cassetti e vi scovò un apriscatole manuale. Trovò una casseruola alta sotto il lavandino e la mise sulla stufa ormai calda, poi aprì le lattine e ne versò il contenuto nella pentola, lanciò le lattine vuote nel contenitore per l'immondizia nell'angolo, poi iniziò l'esplorazione della cantina per cercare altri viveri. I suoi stivali presi in prestito scricchiolavano cupamente sulla scala di legno mentre scendeva. Scegliendo dalle mensole, prese carote, patate e prosciutto da aggiungere al brodo. Una bella zuppa casalinga era proprio ciò di cui avevano bisogno, dopo quella lunga e fredda giornata.

Risalendo la scala, Mulder pose particolare cura ad evitare di battere ancora la testa. Per farlo dovette camminare piegato dal primo all'ultimo dei gradini. Raggiunta la cima, raddrizzò la schiena con un gemito. Perché le vecchie case avevano sempre cantine dai soffitti bassi? Tutte le persone erano minuscole, cent'anni fa, o si erano stancati di scavare la cantina? Sarebbe stata Scully, d'ora in poi, a scendere quelle scale. Uscendo nel corridoio con le braccia cariche di cibo, chiuse la porta della cantina con l'anca. Contemporaneamente adocchiò la collega, che stava chiudendo la porta della camera in fondo al corridoio. Quando lei gli gettò uno sguardo, Mulder le fece segno con la testa di seguirlo in cucina.

Mettendo il cibo e la torcia sul bancone vicino alla stufa, estrasse un tagliere da un cassetto, poi chiese: "Sei stata in grado di stabilire qualcosa?"

Scully annuì. "Ci sono topi, in casa, così assicurati di controllare i buchi nelle borse o scatole di cibo, prima di usarli". Levandosi i guanti di lattice, li lanciò nel bidone dell'immondizia. "La vittima probabilmente aveva superato i settant'anni, ed è morta da due o tre settimane, giudicando dal livello della decomposizione e dalla predazione dei roditori, ma non posso esserne sicura. Dipende dal numero di ore per dissipare il calore rimanente in casa e dalla temperatura esterna, quindi un giorno o più perché l'interno sia diventato freddo come quando siamo arrivati noi; meno con la porta aperta. Una volta raffreddata la casa, la decomposizione si sarebbe rallentata, sebbene non completamente fermata. Se sapessimo da quanto tempo fa così freddo, potrei farti una stima migliore. La causa della morte sembra essere un solo colpo d'arma da fuoco alla testa, probabilmente da un'arma di piccolo calibro".

Mentre lei parlava, Mulder tagliava le verdure ed il prosciutto. Ne raccolse grandi manciate e le aggiunse al brodo fumante sulla stufa. Un fresco profumo di affumicato uscì bollendo dalla pentola, circondandoli con lingue di vapore fragrante.

"Quindi si tratta di assassinio o suicidio, Scully?"

"Io non penso che si sia potuto sparare alla testa e poi liberarsi della pistola. Nessuno di noi l'ha vista sul letto o sul pavimento, dove avrebbe dovuto finire se fosse stato un suicidio. La pallottola ha attraversato la testa, la testata del letto ed è finita nel muro. Non ho voluto spostare il corpo più di quanto avevo già fatto, così non ho estratto la pallottola".

Mescolando la zuppa lui le fece cenno di continuare. "Cosa altro puoi dirmi?"

Lei si morse il labbro per un momento prima di rispondere. "Bene, era sveglio quando fu ucciso, o forse era stato appena svegliato dall'intruso. L'assassino era in piedi, molto probabilmente ai piedi del letto, giudicando dall'angolo di penetrazione. Le macchie di sangue suggeriscono che la testa della vittima era alzata quando accadde l'impatto, così era certamente sveglio. Se fosse stato disteso, la pallottola sarebbe finita nel cuscino e nel materasso. Dato che era vestito e sopra alle coperte, penso che stesse facendo un pisolino quando l'assassino entrò in camera e lo spaventò, svegliandolo. La morte sarebbe stata quasi istantanea".

"Assassini" corresse Mulder.

"Cosa te lo fa pensare?"

"Impronte. Stava piovendo o nevicando quando sono arrivati, perché ci sono due distinte serie d'impronte secche sul pavimento della camera da letto". Indicò una credenza e lei l'aprì. Ne estrasse una scatola di crakers "Oyster" e li mise sulla tavola mentre lui mescolava la zuppa. "I nostri Ignoti Soggetti Indagati sono andati diritti dalla porta anteriore in camera da letto. Pensavano di poter trovare là quello che stavano cercando. Altrimenti, avrebbero attraversato la casa e le loro scarpe si sarebbero asciugate e non avrebbero lasciato impronte in camera da letto".

Mulder scodellò con un mestolo la zuppa pronta in spesse ciotole di terracotta e poi le mise in tavola. Mise un mucchietto di tovaglioli di carta tra le ciotole, aggiunse bicchieri d'acqua e cucchiai, poi fece ceno alla collega di sedersi. Lei sedette velocemente mentre lui occupava il posto di fronte.

"Almeno uno di loro conosce questa casa" continuò. "Gli assassini probabilmente sapevano che il proprietario era a casa, per quello sono venuti armati. Non gli spararono perché furono sorpresi, Scully. Questo fu un atto intenzionale. Non posso confermare nulla di questo seguendo le loro tracce, certo. Non comprendendo di osservare la scena di un crimine, abbiamo inconsapevolmente alterato le prove, ma è rimasto abbastanza in quella stanza per darci dei buoni indizi su cosa è successo. Faremmo meglio a tenere la porta chiusa mentre siamo qui, per preservare il più possibile le prove. Questa neve non può durare per sempre, e quando finirà, dovremo trovare un telefono ed ottenere aiuto dalle autorità locali".

Scully stava già mangiando. Ansioso di placare il borbottare affamato del suo stomaco, anche Mulder si chinò a trangugiare. Fu riportato in su quando la fondina sulla sua schiena rimase impigliata sul piolo inferiore della sedia. Si dimenò per liberarsi, ma non si staccò. Torcendosi nel tentativo di vedere cosa non andava, batté il mento sull'asse superiore dello schienale della sedia.

"Cosa c'è che non va?" chiese Scully.

Strofinandosi il mento, curvò un pollice sopra la spalla.

"Mi sono incastrato. La mia pistola si è impigliata nella sedia".

Appoggiando il cucchiaio, lei si alzò in piedi e girò attorno al tavolo per avvicinarsi a lui.

"Fammi vedere".

Si mosse dietro di lui e si accovacciò. Dovette dare alcuni strattoni e la fondina gli si conficcò nella spina dorsale, ad un certo punto, ma finalmente fu libero. Lei gli diede la custodia di cuoio con la pistola all'interno, ritornato al suo posto, e ricominciò a mangiare.

Confuso, rigirò l'arma tra le mani.

"Perché tu non ti sei incastrata?" chiese. "Porti la pistola nello stesso mio punto. Come mai la mia si è incastrata?"

Lei si picchiettò le labbra con un tovagliolo prima di rispondere. "Per la differenza di altezza, Mulder. La mia cintura è più bassa della tua, così la mia pistola passa sotto la sedia invece di impigliarsi. Semplice anatomia".

Lui ci pensò per un secondo, finché lo stomaco lanciò un ringhio. L'odore della zuppa gli stava facendo venire l'acquolina in bocca. Mise la pistola sulla tavola ed afferrò il cucchiaio per placare il vuoto doloroso che aveva in sé. Nella sua impazienza, colpì il bicchiere d'acqua, che versò il liquido sopra la sua pistola. Lasciando cadere il cucchiaio, afferrò molti tovaglioli asciugando l'umidità dalla sua arma. Sbuffò con irritazione e cercò un luogo asciutto per metterla. Si alzò, portò la pistola nel soggiorno e la mise sul tavolino accanto al divano. Quando ritornò al suo posto in sala da pranzo, Scully lo stava guardando.

"Non voglio nemmeno provare a spiegare un'arma annacquata a quelli della contabilità", rispose lui alla sua domanda non detta. "Preferisco risparmiarmi il mal di testa".

Lei pescò una cucchiaiata di zuppa e continuò la cena, evidentemente soddisfatta dalla risposta.

Entrambi mangiarono con grande appetito, terminando la zuppa calda e saporita ed i crakers friabili. Era stata una giornata faticosa. La zuppa era quasi finita quando ruppero il loro piacevole silenzio.

"Cos'altro hai scoperto, Mulder? Sappiamo chi è la vittima?"

Lui sorbì le ultime gocce dal cucchiaio e si asciugò la bocca con un tovagliolo, poi rispose: "La cena di stasera ci è stata gentilmente offerta da Elver Smallwood e dalla defunta Marie Smallwood. La patente di guida nel portafoglio che ho trovato sulla cassettiera della camera ha lo stesso intestatario del libretto degli assegni nella credenza. C'erano pochi assegni ogni mese nel registro. Se la mia supposizione è giusta, Elver e Marie coltivavano la maggior parte di quanto consumavano ed andavano in città solo per cose che non potevano coltivare, come gli Spaghetti O's. L'ultimo assegno è datato 22 giorni fa, così la tua stima sull'epoca della morte può essere abbastanza accurata. Penso che fosse andato in città per fare provviste prima della neve ed abbia incontrato qualcuno che ha deciso di rendergli una visita ostile. Non ho ancora scoperto cosa stavano cercando, ma scommetto che si tratta di semplice avidità. Forse il vecchio Elver aveva un po' di soldi da parte per il futuro e la voce si è sparsa... o forse non ne aveva, ma pensavano che ne avesse".

"Avrei voluto che avesse almeno un telefono" borbottò Scully. Raccolse i piatti sporchi e li portò al lavandino. "Questo posto non è tanto remoto da non potere avere accesso alle linee telefoniche. Perché nessun telefono? Io non capisco".

Mulder si alzò da tavola e la seguì in cucina. Estrasse una grande pentola da sotto il lavandino e pompò acqua fino a riempirla. La mise sulla stufa, poi attizzò il fuoco con un paio di piccoli tronchi prima di risponderle.

"Io penso che la risposta sia in questa casa, Scully".

"Come?"

"Guarda questo posto," rispose. "Tranne per i mobili moderni, probabilmente non è stato toccato da quando fu costruito. Quelle luci a gas sono originali, come la pompa del lavandino. Scommetto che Elver è nato qui, forse ci è vissuto per tutta la vita. Era abituato a fare a meno delle comodità moderne. È un modo di vivere più lento, ma non è poi così male, se non sei abituato all'elettricità ed all'acqua corrente in casa. Era un tipo indipendente... credeva nel prendersi cura di sé, senza immischiarsi negli affari degli altri, quindi prodotti coltivati da sé e rari viaggi in città. Qualcosa fuori casa per rendere la vita più facile... come una macchina. Sono certo che ce ne sia una, sotto il grande cumulo di neve accanto al portico. Non non sarei sorpreso nel trovare una falciatrice e una motozappa in uno dei capannoni. Ma la casa andava bene com'era, così non ha mai sentito il bisogno di migliorarla. Mi piace abbastanza il modo di vivere retrò. Probabilmente non vorrei vivere così per sempre, ma almeno possiamo stare al caldo e nutrirci. E non appena la neve si fermerà, porteremo qui le autorità, passeremo loro la scena del crimine e torneremo al riscaldamento centralizzato, ai forni a microonde ed ai bagni con lo scarico il più velocemente possibile.

Lei sbuffò: "Peccato che tu non abbia abbracciato la civiltà moderna, sig. Smallwood. La tecnologia ci avrebbe aiutati a trovare i tuoi assassini. Spero che tu apprezzi l'ironia".

Dopo avere spinto un tappo nel lavandino, Mulder versò l'acqua calda dalla pentola sulla stufa, poi aggiunse acqua fredda dalla pompa. Aprendo un cassetto, prese un asciugamano ed uno strofinaccio. Lanciò allegramente l'asciugamano a Scully che glielo ributtò. Se lo scambiarono un paio di volte, finché atterrò nel lavandino. Lui ghignò.

"Sei incaricata dei piatti, Scully. Lavali nel lavandino, sciacquali nella pentola, e in un attimo avrai finito".

"Cosa intendi con *sono incaricata* dei piatti?"

"Io ho cucinato, tu lavi i piatti".

"Mentre tu cucinavi, io stavo eseguendo un'autopsia sul nostro ospite, non sono stata seduta a smaltarmi le unghie dei piedi".

"Oooh, di che colore sono le tue unghie dei piedi, Scully? Posso aiutarti a dipingerle, la prossima volta?"

"Non tentare di essere evasivo, Mulder. Io laverò e sciacquerò, tu asciugherai". Rabbrividì improvvisamente dalla testa ai piedi, e sbirciò in cucina. "C'è un freddo cane, qui".

"Io non sento nessun cane," disse. "Stai cercando solo di cambiare argomento".

"Io non sto cambiando argomento. Stavo facendo un'osservazione".

"Bene, la tua osservazione non mi farà dimenticare che sei quella che laverà i piatti".

"E tu sei quello che li asciugherà".

"Ehi, non ho mai accettato".

"Sì che l'hai fatto. Ho detto che io li avrei lavati se tu li avessi asciugati".

"Tu l'hai *detto*. Non l'hai chiesto". Mulder fece ricadere melodrammaticamente un braccio sulla fronte e si lamentò: "Mi sono consumato le dita fino all'osso, ho sudato su una stufa bollente così che tu potessi avere un pasto caldo e questo è il ringraziamento che ottengo. Non sono nient'altro che uno schiavo di cucina, per te. Oh me tapino!"

Lei ripescò il panno bagnato dal lavandino, gli diede una rapida strizzata, poi lo usò per schiaffeggiarlo. Egli l'afferrò e rispose tentando di infilarglielo nella schiena, sotto la camicia. La battaglia che ne risultò terminò quando la mano di lui finì nel lavandino, causando un grande schizzo d'acqua che la colpì in pieno in volto. Afferrò l'asciugamano asciutto e lo porse alla collega gocciolante. Lei lo guardò in cagnesco mentre si asciugava il volto, ma gli angoli della sua bocca continuavano a contorcersi, come se un sorriso tentasse di scappare. Umilmente lui prese l'asciugamano ora umido dalle sue mani ed indicò di essere pronto ad asciugare se lei avesse smesso di scherzare.

Anche mentre lavavano i pochi piatti sporchi, Mulder e Scully continuavano a stuzzicarsi. Dietro di loro le tende ad ogni finestra si muovevano in una brezza inesistente e poi si fermavano... dondolavano e si fermavano, dondolavano e si fermavano, tutte in fila, una dopo l'altra.

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Ore 20.45

Finirono i piatti, poi prepararono il fuoco nel focolare, il che prese la maggior parte della legna disponibile. Quando ebbero ottenuto una fiammata soddisfacente, Mulder indossò cappotto e stivali, afferrò la torcia e si diresse fuori nella bufera di neve alla ricerca della catasta di legna. Legò un altro pezzo di corda come un'àncora per orientarsi. Scully insisté per legargli l'altro capo al polso, così non avrebbe lasciato cadere la corda mentre cercava di arrivare alla vicina legnaia. Si insinuò attraverso una fessura profonda tanto quanto tutta la neve caduta permetteva di aprire la porta e trovò ciò di cui aveva bisogno nel secondo capannone dopo il bagno esterno.

Il piccolo edificio era evidentemente destinato ad essere una legnaia. Nel bagliore della torcia, poteva vedere seghe, asce ed altri attrezzi appesi su due muri, un ceppo pieno di incisioni in un angolo e cataste di legna asciutta, riparata dalla neve, accumulata contro gli altri muri. C'era appena posto sufficiente per maneggiare un'ascia lasciando la porta aperta. Fu lieto di vedere che Elver aveva recentemente preparato una buona scorta di legna spaccata.

Mulder si riempì le braccia il più possibile ma in modo da poter ancora maneggiare la torcia e la corda. Avrebbe dovuto fare molti viaggi per portare tronchi sufficienti per la notte e il giorno seguente. Tornando a fatica nella tempesta, chiuse la porta il più possibile ed arrancò verso casa, con la corda di guida stretta in mano. Scully lo stava aspettando alla porta per slegargli il polso e prendere un po' di legna dalle sue braccia.

I pochi tronchi che era riuscito a portare sembravano persi nel contenitore del soggiorno. Gemette al pensiero di quanto lavoro gli sarebbe costato riempire questo e quello accanto alla stufa. Un pezzo di stoffa che spuntava da sotto il contenitore gli attrasse l'occhio; risultò essere un sacco per portare la legna. Sorrise sollevato. Questo certamente avrebbe reso il compito più veloce.

Una volta che i contenitori in soggiorno e in cucina furono pieni, appese il sacco dietro alla porta posteriore e ritornò al calore del focolare. Smise di strofinare le mani al calore e guardò Scully che andava a prendere il suo bagaglio iniziando a trascinarlo per il corridoio.

"Cosa stai facendo?" le chiese.

Lei si fermò e dondolò sul posto per un momento prima di girarsi a rispondere.

"Metto la borsa in camera e mi preparo per andare a letto. Cosa ti pare che stia facendo?"

"Perché non lasci il tuo bagaglio qui?"

"Perché ci inciamperemo, lasciandolo qui".

Si girò di nuovo verso il corridoio e continuò il suo viaggio verso la camera da letto. Lui ci pensò per un momento, poi raccolse la propria borsa e la seguì. Era a metà strada verso la camera da letto quando si ricordò della pistola. Era ancora appoggiata sul tavolino dove l'aveva messa dopo l'incidente col bicchiere d'acqua.

Avrebbe dovuto indossare di nuovo la fondina subito dopo cena. Rimproverandosi mentalmente per essere stato distratto, tornò sui suoi passi per recuperare la pistola. Non aveva ancora guadagnato l'angolo del focolare quando ci fu un'esplosione in soggiorno.

Mulder si lasciò cadere a terra, cercando automaticamente la sua arma. Si sentì sciocco quando la mano tornò vuota. Mentre sbirciava da dietro il muro nell'altra stanza, i passi di Scully risuonarono dietro di lui nel corridoio. Gettò uno sguardo dietro la spalla per vederla con la pistola estratta, mentre girava la testa per controllare l'atrio, con ogni traccia di stanchezza temporaneamente sparita dal viso.

"Cosa è stato?" chiese.

Lui alzò la mano per tenerla indietro mentre sbirciava ancora dietro l'angolo. A prima vista, il soggiorno sembrava essere identico a quando l'aveva lasciato. Il fuoco ancora ardeva, le lampade ancora bruciavano, la stanza era tranquilla... tranne il fatto che la sua pistola ora giaceva al centro del pavimento.

Lasciando la borsa dove era caduta dalla sua spalla, si alzò in piedi e passò lentamente nell'altra stanza. Controllò automaticamente la cucina e la zona pranzo mentre si avvicinava alla sua arma. La colpì con la punta del piede prima di chinarsi a prenderla cautamente tra due dita, ancora nella fondina. Slacciò l'astuccio di cuoio, ne estrasse la pistola ed accantonò la fondina. Estrasse il caricatore, l'esaminò, poi portò la canna al viso ed annusò, fissandola sorpreso.

"La mia pistola ha sparato, Scully".

Si girò per trovarla in piedi proprio dietro di sé, con la bocca della pistola ora puntata al soffitto. Lei aggrottò le ciglia.

"Ha sparato? Come?"

"Io non so". Le mostrò il caricatore, poi lo reinserì. "La sicura è tolta, manca un proiettile e c'è un forte odore di cordite".

"Cosa ci stavi facendo?"

"Non ci stavo facendo nulla. Era appoggiata sul tavolino. Io ero nel corridoio quando ha fatto fuoco".

"Sei certo che la sicura fosse inserita?"

Lui sbuffò. "Certo che ne sono sicuro! Non ho idea di come sia successo, ma certamente non sono stato io".

Nonostante la sua espressione scettica, sapeva di non doversi biasimare. Seguendo la direzione in cui la pistola era puntata quando l'aveva posata prima, localizzò un piccolo foro nel muro posteriore. Catturò la sua attenzione e le mostrò la traiettoria col dito.

Lei abbassò la pistola.

"Forse era troppo vicina al focolare", disse. "Faceva veramente freddo qui, prima, e tu l'hai bagnata durante la cena. Forse l'umidità ed il cambio in temperatura sono stati sufficienti a provocare una reazione. Non avrebbe dovuto rispondere così, ma potrebbe essere possibile".

"Io mi chiedo"... Mulder si guardò in giro in soggiorno. Non c'era niente fuori dell'ordinario, tranne che la pistola aveva fatto fuoco da sola. Doveva essere un caso fortuito. Probabilmente non si sarebbe ripetuto in un milione di anni. Ma, solo in caso...

Lui reinfilò la pistola nella fondina, poi si diresse verso l'atrio tenendo l'arma puntata al pavimento. Raggiunta la borsa dove l'aveva lasciata cadere in corridoio, l'afferrò e continuò.

"Mulder, dove stai andando?"

"Sto mettendo in sicurezza la mia arma, Agente Scully. Ti suggerisco di fare altrettanto".

Entrando nella stanza degli ospiti, andò alla cassettiera e vi posò il bagaglio. La guardò quando lo seguì attraverso la soglia.

"Tu non puoi lasciare la tua pistola così fuori portata, Mulder". La borsa di Scully giaceva sul pavimento dove apparentemente l'aveva lasciata cadere nella fretta di raggiungerlo. Si chinò a raccoglierla, poi la mise sulla cassettiera. "Questa è la scena di un delitto. E se..."

"Siamo bloccati dalla neve, Scully". Tagliò corto lui agitando una mano attorno. "Noi non possiamo uscire, ed è improbabile che chiunque altro possa entrare. Chiuderò le porte a chiave, staremo bene. Mi preoccupo più di un altro colpo a vuoto... questa volta con uno di noi nella traiettoria della pallottola. Io non sono disposto a correre quel rischio. E tu?"

Senza aspettare risposta, rimosse la pistola dalla fondina ed estrasse di nuovo il caricatore. Controllò che la camera dell'arma fosse vuota e la sicura inserita. Poi mise il caricatore sopra all'armadio, aprì la porta, e mise le munizioni su una mensola. Ritornando alla cassettiera, rimise la pistola vuota nella fondina, la sistemò nella borsa, poi guardò Scully con una domanda negli occhi.

Lei lo guardò di sottecchi per qualche secondo prima di andare dietro alla propria schiena e togliere la fondina. Sganciando il cuoio, estrasse la sua arma e compì gli stessi controlli del collega. Le sue munizioni si unirono a quelle di lui sull'armadio, poi lei rimise la pistola nella fondina e poi nella borsa. Lui approvò sorridendo.

Muovendosi per lasciare la stanza, sbatté contro il letto. Vedere il materasso ben fatto coi cuscini rigonfi alla testa gli ricordò che si stava facendo tardi e che entrambi erano stanchi. Rabbrividendo nell'aria fredda, guardò con apprensione il letto a due piazze.

Un letto. Un piccolo letto. Dormire in un piccolo letto con Scully. Se solo significasse quello che sembrava. Non pensava nemmeno al senso biblico e letterale... più allo stare avvolti l'un l'altra, dividendo calore, respiri, sensazioni. Invece, sarebbe dovuto restare sdraiato accanto a lei per tutta la notte senza toccarla nel modo che tanto desiderava. E la mattina, si sarebbe svegliato fingendo che non erano altro che ottimi amici... fingendo di non averle detto: "Io ti amo" solo per essere spazzato via con un: "Oh brother".

Questa sarebbe stata una notte molto lunga.

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Ore 22.17

"Non lo trascinare, Scully. Sollevalo e portalo".

"È facile dirlo per te, sig. Alto Sei Piedi. È quasi grande come me. Così, se non ti dispiace, lo trascinerò, invece di portarlo".

"Trova una presa migliore e sollevalo. La mia parte sta scivolando perché sto tentando di tirare anche la tua metà".

"Non è la presa, Mulder, è il peso. È pesante. Rallenta".

Si trascinarono faticosamente per il corridoio e dietro al sofà, tirando il materasso dalla camera da letto degli ospiti. Lui aveva suggerito di dormire sul pavimento nel soggiorno, col focolare che irradiava onde di calore: sarebbe stato meglio che alloggiare nella stanza da letto fredda con un cadavere nella camera accanto. Gli era costata una piccola discussione, giungere ad un accordo. Erano stati d'accordo anche che un materasso sarebbe stato più comodo del pavimento di legno duro, così decisero di tirarne via uno dal letto doppio e di portarlo nel soggiorno.

"Mulder, attento alla lampada".

"Io non sono assolutamente vicino alla lampada".

"Sì, lo sei. La colpirai se tu non ti allontanerai".

"Io non posso allontanarmi, Scully. Sto trascinando la tua metà del materasso insieme alla mia".

"Di chi è stata l'idea iniziale di dormire qui fuori?"

"Mia, ma tu eri d'accordo con me. Ora butta la tua parte in modo che io possa aggirare questo tavolo".

Con alcune altre spinte e molti più bisticci, spinsero il materasso nello spazio tra il sofà e il divanetto, poi lo lasciarono cadere sul pavimento. Sfortunatamente, c'era appena posto sufficiente per contenere il materasso in posizione orizzontale, il che implicò che le gambe di Mulder restarono intrappolate contro il sofà quando il materasso precipitò. Spinse contro il divano abbastanza forte da spostarlo indietro, poi tirò fuori i piedi da sotto il materasso, ma non prima che l'orlo duro del materasso desse alle sue tibie una buona raschiata.

Lui iniziò a lagnarsi per come lei avesse eseguito male l'ultima parte del suo compito, ma si fermò quando la vide con la bocca piegata e gli occhi stanchi. Era stato un giorno infernale. Almeno ora avevano un posto caldo e comodo dove passare la notte.

Lei tornò in camera da letto e portò lenzuola, cuscini e coperte. Prepararono il letto sul pavimento e sprimacciarono i cuscini. Molto meglio che restare imprigionati nella loro macchina a noleggio in fondo ad un fosso pieno di neve.

Scully sbadigliò. "Suppongo che faremmo meglio a prepararci per andare a letto. Non so te, ma io sono a pezzi. Tu vuoi usare prima il bagno o il gabinetto esterno?"

C'era una pallida osservazione, in quello, da qualche parte, ma lui la pressò e la mise da parte per un altro giorno.

"Perché non raduni il necessario prima di cambiarti, mentre io scaldo l'acqua per lavarci? Spegnerò le luci e coprirò il fuoco della stufa in cucina prima di fare la mia corsa fuori".

"Sembra un piano".

Sbadigliò ancora lottando per infilarsi cappotto e stivali, poi incespicò fuori dalla porta posteriore nella neve che cadeva, chiudendo la porta dietro di sé. La guardò con un piccolo sorriso sulle labbra. Col freddo che c'era, almeno non si sarebbe addormentata, là fuori. Improvvisamente sbadigliò anche lui, e decise che avrebbe fatto meglio a scaldare l'acqua prima che fosse il suo turno di usare il bagno.

Dopo aver riempito la grande pentola alla pompa, la issò sulla stufa. Si assicurò che il fuoco fosse pronto per la notte, poi passò da stanza a stanza spegnendo le lampade ed i candelieri. Lasciò una lampada accesa in soggiorno perché non inciampassero in qualcosa, con la sola luce tremolante del camino.

Pensò di prendere dalla borsa tutto quello che gli sarebbe servito, così Scully avrebbe avuto la camera da letto per cambiarsi. Ancora una volta tornò alla fredda stanza degli ospiti. Prese un paio di boxer puliti e li mise sulla cassettiera. Quando Scully entrò faticosamente dalla porta e si diresse alla sua borsa, lui si tolse di mezzo. La lasciò mentre frugava stancamente nella borsa ed andò a prendere la brocca in bagno. La portò in cucina e la riempì il più possibile con acqua calda dalla pentola sulla stufa aggiungendone un po' di fredda dalla pompa. Nonostante l'acqua fosse tiepida, la brocca emanò vapore, quando la portò nel bagno non riscaldato. Mentre usciva, incontrò Scully che entrava. Lei tentò di sorridere, ma quasi non sbocciò altro che un fremito. L'accarezzò sulla spalla e si diresse verso la porta posteriore per "hit the john". (Come si può tradurre con un modo di dire "andare in bagno"? Forse "Andare da Don Peppino"? ndt)

Quando tornò dalla sua corsa nel gelo, lei era già raggomitolata sotto le coperte. Mulder tornò in camera da letto e recuperò i boxer che aveva lasciato sulla cassettiera. Prese la brocca vuota ed il catino pieno di acqua usata dal bagno e li portò al lavandino della cucina, svuotando la ciotola e riempiendo ancora la brocca di porcellana. Poi ritornò al bagno dove si lavò come meglio poteva con un panno e l'acqua calda. Avrebbe preferito un vero bagno, per penetrare attraverso il sudore e la sporcizia senza congelarsi nel processo. L'occhiata ansiosa sul volto di Scully quando era entrata in bagno prima, gli aveva detto che anche lei stava pensando la stessa cosa, anche se sospettò che i suoi pensieri includessero bolle profumate nell'acqua e molto tempo per distendersi e rilassarsi nella vasca piena. Decise che lei avrebbe avuto l'opportunità di appagarsi il giorno seguente. Non sarebbe stato un problema accendere un fuoco nel piccolo camino del bagno ed assicurarsi che lei avesse acqua calda sufficiente per un lungo ammollo.

Quando emerse dal bagno, Mulder fu colpito dalla calma nella casa. Non era silenziosa in assoluto, la neve ancora picchiettava contro le finestre, il fuoco scoppiettava e scricchiolava, e la struttura di legno reagiva al calore gemendo mentre si espandeva. C'era comunque un senso di pace e serenità, la sicurezza che loro erano insieme e al sicuro. Forse Elver sapeva quello che faceva, dopo tutto, vivendo senza le comodità moderne.

L'aria era ancora fredda nel corridoio, ma deliziosamente calda vicino al materasso. Sorrise al cumulo della misura di Scully nascosto sotto le coperte. Un'onda di gratitudine lo inondò senza preavviso. Non voleva pensare a come sarebbe stata questa notte se fossero scivolati contro un albero invece di trovare un rifugio. Chi sapeva che guidando da Cleveland ad Erie, sarebbero finiti in una bufera di neve a effetto lago (causata dallo scontro tra l'aria artica contro l'acqua tiepida dei grandi laghi, ndt) di quelle che capitano una sola volta ogni cent'anni?

Lui stirò i muscoli stanchi e sbadigliò. Era un po' presto rispetto la sua ora abituale per andare a letto, ma era stato un giorno estenuante. Era ora di dormire. Si spogliò fino a rimanere in boxer, lanciò i vestiti sul divano, appoggiando i jeans umidi sul bracciolo per farli asciugare. Tirò indietro le coperte abbastanza per fare spazio al suo corpo, poi scivolò sotto. L'aria fuori dalle coperte era ben calda, ma il letto era gelato. Si affrettò ad avvicinarsi a Scully, cercando tracce di calore. Non era questione di fare delle mosse verso la sua collega, il problema era evitare i tremori di tutto il corpo che lo torturavano sul materasso ghiacciato. Si stava ancora chiedendo perché non poteva trovarla sotto alle coperte quando urtò una forma coperta di pile che tirò su col naso e borbottò in risposta alla sua leggera spinta.

Alzando le coperte solo abbastanza per sbirciare, Mulder trovò la collega fasciata in un completo sportivo, che gli sembrava proprio quello che aveva messo nella sua borsa per correre. Anche le calze sembravano le sue. Scully portò una mano all'aria fredda sulla sua schiena e batté fino a richiudere le coperte. Le tirò giù e si rimboccò mentre lui la guardava con un sorriso. Lo solleticava pensare a lei che portava i suoi vestiti senza nemmeno darsi la pena di chiedergli il permesso. Forse pensava che glielo doveva, dopo tutto quello che avevano passato in quel giorno, o forse non le era nemmeno mai passato per la mente che potesse dispiacergli. Certo che non gli dispiaceva. Infatti, si chiese come sarebbe stata con addosso nient'altro che una delle sue camicie ed un segreto sorriso radioso solo per lui. L'improbabilità di tale evento gli procurò una stretta dolorosa al centro del petto.

Lui lasciò che lei si riaddormentasse prima di rilasciare dolcemente la sua presa dalle coperte e coprirsi. La stanza era illuminata dal fuoco danzante e dalla lampada a petrolio che aveva dimenticato di spegnere. Non appena il suo respiro rallentò nel sonno, lo stoppino della lampada accesa si piegò lentamente, abbassandosi finché la lampada si spense. Solo il fuoco rimase ad illuminare la stanza.

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Martedì, ore 2.57

Un crampo alla spalla destra svegliò Mulder. Si era addormentato sul braccio piegato in modo sbagliato ed ora aveva la mano intirizzita. Si girò, gemendo per il dolore ai muscoli. Aghi e spilli gli assalirono il braccio quando lo ripiegò sotto alle coperte. Si rannicchiò nella sacca di calore dietro a Scully, sfiorandole i capelli e togliendoseli dal naso, aspettando che il sonno tornasse.

In quel limbo tra sonno e veglia, pensò di sentire un suono di passi. Immediatamente vigile, trattenne il respiro. I passi stavano muovendosi oltre la porta anteriore, ma quando si avventurò a sbirciare in quella direzione, non c'era nulla. Il suono continuò nel corridoio, poi si fermò. Silenzio per molti battiti cardiaci, poi un nuovo suono, una porta che cigolava aprendosi, poi chiudendosi.

Ora completamente sveglio, cercò la sua arma accanto al letto prima di ricordare che le pistole erano in un'altra parte della casa. Uscì di corsa da sotto le coperte e si diresse in punta di piedi verso la porta anteriore. Era ancora chiusa dall'interno. Gettando uno sguardo verso la porta posteriore, poteva vedere nella luce fioca che anche quella era chiusa a chiave. Guardando giù ai suoi piedi, notò che il pavimento era privo di impronte nevose. Maledizione, desiderò avere la pistola con sé. Guardandosi attorno, l'arma più logica che poté trovare fu l'attizzatoio del camino. L'andò a prendere a piedi nudi. Poteva essere banale, ma almeno era solido e pesante. Soppesandolo nella destra per provarne l'equilibrio, Mulder percorse il corridoio il più silenziosamente possibile. Quando aprì la porta della camera degli ospiti, si accorse che non cigolava. Non faceva assolutamente rumore, così non era quella che aveva sentito. Tornò indietro e provò la porta della cantina, anche quella si aprì silenziosamente. Non c'era nessuna luce giù dalle scale, e non pensò che qualcuno potesse affrontare quei gradini senza almeno una torcia

Ingoiando a fatica, sbirciò di nuovo nel soggiorno. Scully sembrava ancora addormentata, con le coperte che quasi le coprivano il viso. Ascoltò il suo leggero respiro. Quando fu convinto che era addormentata, afferrò più saldamente l'attizzatoio ed imboccò furtivamente il corridoio. Giunto alla porta della camera di Elver, chiuse la mano libera sul sacchetto di plastica che Scully aveva messo sulla maniglia per conservare le impronte digitali. Trattenne il respiro, contò fino a tre, poi girò la manopola. I cardini della porta lasciarono uscire un cigolio acuto quando la spalancò il più possibile senza colpire il muro.

La stanza era vuota.

Come poteva essere vuota una stanza con un uomo morto dentro. Elver Smallwood ancora giaceva dove era stato assassinato, anche se, grazie a Scully, ora era coperto rispettosamente con un lenzuolo. Strisciando attraverso la stanza, Mulder sbirciò nel piccolo armadio e persino si inginocchiò per guardare sotto il letto. Il cadavere sembrava essere il solo abitante finché un topo scappò oltre, proprio sotto il naso di Mulder. Egli sobbalzò e batté la testa contro la parte inferiore della cornice del letto.

Strofinando la parte posteriore della sua testa, lasciò la camera da letto, e chiuse la porta dietro di sé. I rumori che aveva sentito non dovevano essere nient'altro che le contrazioni della casa riscaldata che si raffreddava. O c'erano forse topi anche nelle altre parti della casa. Tornò in soggiorno, ancora una volta gettando uno sguardo in corridoio prima di avvicinarsi al focolare. Mescolò i tizzoni e rimise l'attizzatoio a posto prima di aggiungere due grandi tronchi al fuoco. Rimase accovacciato di fronte ai carboni, scaldando la sua pelle raffreddata finché il legno prese fuoco. Ritornando al materasso sul pavimento, si affrettò sotto le coperte e restò a lungo sulla schiena, con tutti i sensi in allarme. Quando i minuti passarono senza ulteriori disturbi, gli occhi si appesantirono sempre di più finché il sonno venne a chiamarlo.

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Ore 7.38

La seconda volta che Mulder si svegliò, era consapevole di due sensazioni. La prima, le sue braccia stavano gelando. Nulla di sorprendente, dato che erano fuori dalle coperte. Il fuoco era bruciato completamente fino a spegnersi durante la notte, così la casa intera si era davvero molto raffreddata ed avrebbe continuato finché non avessero riacceso il camino e la stufa.

La seconda sensazione, non la provava da molto tempo. Un corpo caldo era piegato contro la sua schiena, una gamba gettata sulla sua anca ed un braccio posato sopra le sue costole, le dita si contorcevano contro il suo petto nudo. La sensazione del respiro umido che soffiava contro la sua schiena stava scombussolando altre cose nel resto della sua anatomia. Si chiese come uscire da sotto la sua collega senza svegliarla. Se avesse pensato che sarebbe stata soddisfatta dall'attuale situazione, l'avrebbe svegliata facendole il solletico ed avrebbe tentato la fortuna. Ma dopo che Scully ed i ragazzi l'avevano ripescato dal Triangolo delle Bermude, lei aveva chiarito benissimo di non essere interessata ad una relazione più profonda con lui. Aveva scaricato la sua dichiarazione non menzionandola mai più. Era stata dura, ma aveva accettato il suggerimento. Il suo corpo doveva solo smettere di essere così felice prima che lei lo prendesse a calci.

Scully borbottò nel sonno e strofinò il naso contro la sua schiena. Egli soppresse un gemito con la pura forza di volontà, ma non poté fermare il brivido che gli percorse il corpo. Se non fosse uscito presto dal letto, si sarebbe dovuto stendere nudo nella neve per liberarsi del cavalletto che lo sosteneva attualmente nel letto. Il problema si risolse quando lei rotolò via, portando le coperte con sé. Saltò via dal materasso, afferrò i jeans e ci saltò dentro una gamba alla volta dirigendosi all'attaccapanni. Afferrò una giacca e la indossò prima di aprire la porta.

La vista che lo salutò era la più spiacevole.

Il sentiero che aveva scrupolosamente tagliato verso il gabinetto esterno era nascosto sotto una nuova coperta di neve. Enormi blocchi di fiocchi continuavano a cadere silenziosamente dal cielo plumbeo. Il tempo necessario per guadare la neve ammucchiata fino all'altezza della coscia gli fece disperare il cuore. La contrapposizione del calore appena-fuori-dal-letto con lo stare al freddo a piedi nudi chiarì il dilemma: Mulder si aprì i jeans procedendo ad orinare accanto al portico.

Quando ritornò e chiuse la porta, gli venne incontro la collega ancora disordinata dopo il sonno, con le mani sulle anche e le labbra aggrottate in disapprovazione.

"Sarebbe meglio se non avessi fatto quel che penso che hai fatto".

"Mi dispiace, Scully, non sapevo che volevi guardare. Dammi solo un paio d'ore e qualche bicchiere d'acqua e..."

Lei ignorò il commento e spinse i piedi in un paio di stivali. "Se hai finito di marcare il territorio, forse potresti preparare la colazione prima che proviamo ad uscire da qui". Infilò un cappotto e si avvolse la testa con una sciarpa.

"Non possiamo andare via, Scully".

"Certo che possiamo. Faremo una buona colazione, prenderemo in prestito altri vestiti e scarpe più pesanti, e poi aspetteremo nella macchina finché qualcuno verrà ad aiutarci. O possiamo provare a camminare fino ad un'altra casa. Ce ne deve essere una, qui vicino. Questa non è una landa selvaggia del secolo scorso, non importa quanto sia antiquata questa casa ".

Quando aprì la porta, un colpo di vento soffiò via un cumulo di neve dal portico portandolo fin sul pavimento della cucina. Lei lasciò cadere la mascella quando ricevette i grassi fiocchi cadenti e la richiuse con uno scatto voltandosi verso di lui.

"Ne discuteremo al mio ritorno".

La mano di Mulder sul suo braccio la fece fermare.

"Quella neve ti arriverà alla vita". Sostenne il suo sguardo, tentando di trasmetterle la natura seria di quelle parole. "Non sprecare la tua energia tentando di aderire a convenzioni sociali ottuse e pericolose, in queste condizioni".

Non sapeva in quale altro modo suggerirle di fare pipì fuori dal portico senza dirglielo direttamente, e non poteva dire se lei avesse capito il suo messaggio sottinteso. Comunque, la quantità di tempo che passò fuori dopo avere chiuso la porta sembrò indicare che aveva raccolto il suo suggerimento. Lui appese il cappotto e saggiamente scelse di prevenire ogni commento su schizzi freddi o neve gialla.

Nemmeno Scully offrì le sue osservazioni sull'esperienza. Scosse via la neve da cappotto e sciarpa, poi tolse gli stivali prima di tornare alla discussione precedente la sua uscita.

"Le strade probabilmente sono migliori del giardino". Il tono di voce mancava di convinzione, ma lui non si aspettava nulla di meno della sua solita ostinazione. "Le avranno già spazzate e cosparse di sale. Sono certa che andrà tutto bene una volta percorso il vialetto e raggiunta la strada. Possiamo andare via oggi".

"No, non possiamo. Le passò una mano tra i capelli, sbuffando esasperato. "Vedi, Scully, io sono ansioso quanto te di andarmene, ma andare in gita con questo tempo è un suicidio. La neve è più alta di quando siamo arrivati qui ieri, il vento sta ululando, la temperatura probabilmente è scesa, e davvero non penso che qualcuno stia perlustrando le strade in cerca di viaggiatori arenati. Noi abbiamo una certezza, qui. Restiamo finché non possiamo essere sicuri di non rischiare le nostre vite, andando via".

Lo guardò di sottecchi. "Non posso crederci".

"A cosa?"

"Stai davvero provando ad essere la voce della ragione, per una volta. Ci siamo forse scambiati i corpi, durante la notte?"

Egli sorrise furbescamente. "Posso controllare e vedere se tu stai portando il mio? I vestiti sembrano proprio familiari".

Un debole rossore le passò sulle guance. Chiaramente era imbarazzata per essere stata colta a rubacchiargli i vestiti.

"Mi stavo congelando ed ho pensato che non avresti voluto i miei piedi freddi addosso a te per tutta la notte".

"Ohhhh, Scully..." Mulder fece le fusa, " io conosco molti modi per mantenere il calore. Avresti dovuto parlarmene, la notte scorsa".

Il rossore si incupì.

Lei girò sui tacchi e si diresse verso l'atrio.

"Mi vesto e faccio colazione. Ti suggerisco di fare altrettanto, a meno che tu non stia progettando di passare la giornata mezzo nudo".

Abbassando lo sguardo, Mulder ricordò di essere a piedi nudi e senza camicia e la casa era piuttosto fredda, come testimoniava lo stato dei suoi capezzoli e la pelle d'oca. Si chiese se lei l'avesse notato. Forse per quello se n'era andata così velocemente quando aveva menzionato gli altri modi di scaldarla. Sbuffò all'idea che mai sarebbe rimasta così colpita soltanto vedendo il suo petto nudo. Quello accadeva solo nei romanzi romantici ed in televisione, non nella vita reale. Demoralizzato dai propri pensieri, andò in soggiorno e indossò la camicia del giorno precedente. Si diede da fare per accendere il camino prima di rivolgere la sua attenzione alla stufa in cucina. Per quando ebbe finito, Scully era emersa dalla stanza posteriore con addosso una felpa, jeans, e stivali. I capelli erano pettinati ed il rossore attenuato. Egli prese silenziosamente il suo turno per cambiarsi, spingendo in un angolo oscuro della mente i pensieri intraprendenti, non da collega, su quanto fosse bella. La giornata si profilava molto frustrante.

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Ore 9.50

Vivere senza comodità moderne era un duro lavoro, decise Mulder. Tutto sembrava tre volte più lungo del normale, da portare a termine: scaldare l'acqua, preparare la farina d'avena, lavare i piatti, senza contare la quantità di tempo per andare al gabinetto esterno e tornare. Finalmente si arrese e spalò un nuovo percorso. Scully aveva insistito per legare un altro pezzo di corda dal cavo di orientamento al passante della sua cintura, così non avrebbe vagato nella bufera di neve. Probabilmente era una buona cosa, il percorso iniziava a fare dei meandri a sinistra, verso la legnaia. Quando si accorse di andare alla deriva, finì un bivio dal sentiero principale alla legnaia poi tornò a ripulirne uno verso il gabinetto esterno. Con un po' di fortuna, i percorsi sarebbero stati utilizzabili per la maggior parte del giorno.

Un'altra cosa che richiese un'enorme quantità di tempo fu scaldarsi dopo essere stato fuori. La casa era abbastanza piccola perché il focolare e la stufa fornissero molto calore, ma fuori la temperatura era talmente bassa che lui si era raffreddato completamente dopo un'ora, anche con diversi strati di vestiti. Mulder strofinò le mani formicolanti di fronte al focolare acceso mentre l'umidità evaporava nell'aria riscaldata dalle gambe dei pantaloni umidi. Si girò quando la porta della cucina si aprì.

"Non devi farlo, Scully" disse attraverso i denti che battevano. "Andrò a prendere altra legna non appena mi sarò scaldato un po'".

Lei trascinò la sacca di tela al camino e scaricò i tronchi sopra il mucchio crescente. Spingendo indietro la sciarpa, rivelò un naso rosso brillante ed occhi lacrimosi. Strofinò sul viso le mani inguainate nei mezzi guanti e tirò su col naso.

"Sciocchezze, Mulder. Tu hai bisogno di scaldarti, e noi abbiamo bisogno di altra legna per il fuoco per farti scaldare. Inoltre, hai già fatto il lavoro duro spalando i sentieri, non è assolutamente un problema raggiungere la legnaia. Due viaggi ancora e penso che ne avremo abbastanza per tutta la notte. Con un po' di fortuna, potremo andarcene da qui domani".

Raccogliendo di nuovo la borsa per portare la legna, tornò in cucina camminando pesantemente ed uscì. Lui scosse la testa alla sua caparbietà. Nonostante questo, lei aveva ragione... lui non era proprio in condizioni di portare legna, per il momento. La sua camicia era appiccicata al sudore sul torace, le mani ed i piedi erano così intirizziti che non poteva sentirli. Ogni calore che poteva aver generato spalando si era disperso al vento intenso nell'istante in cui si era fermato. Era passato troppo tempo da quando era stato fuori al freddo, spostando montagne di neve. La prossima volta avrebbe ascoltato Scully e avrebbe indossato un cappello.

Quando lei annunciò che avevano abbastanza legna, Mulder abbandonò il suo posto di fronte al fuoco e si allungò sul divano. I suoi jeans erano quasi asciutti dappertutto, aveva fatto colazione, e l'esercizio di spalare, insieme al sonno interrotto della notte precedente, lo faceva sentire assonnato. Stava sonnecchiando quando la voce di Scully attirò la sua attenzione.

"Quindi cosa potremmo fare fino a che la bufera non molla? Non c'è TV né radio, ed ho visto davvero pochi libri, qui in giro. Non penso che gli Smallwoods fossero avidi lettori".

Lui considerò la sua domanda per qualche secondo, poi si alzò dal divano ed andò ad uno dei tavolini. Spalancò gli sportelli ed indicò l'interno con un ampio gesto delle mani.

"Ta-da! A te la prima scelta, Scully".

All'interno del tavolino c'era una pila di giochi in scatola. Le scatole più piccole erano incuneate nei lati dove le altre lasciavano spazi vuoti. Inginocchiandosi di fronte alle porte aperte, sbirciò le etichette.

"Non vedo alcuni di questi da anni. Scommetto che ci sono pezzi da collezione, qui".

Lui si accucciò accanto a lei.

"Nell'altro tavolino ce ne sono anche di più. Li ho visti durante la mia ispezione di ieri. Direi che abbiamo scoperto come Elver e Marie passavano il loro tempo libero".

Passando le dita sui lati delle scatole, superò Stadium Checkers, Boggle, Life, e Backgammon. si fermò per un secondo allo Stratego e continuò. Afferrando la scatola rosso scuro, ricoperta di stoffa, sorrise alzandola in trionfo.

"Che ne dici di Scarabeo?"

"È la tua scelta definitiva? Ne sei sicura?"

"Sì. Perché?"

Lui strofinò insieme le mani, poi allacciò le dita e le curvò indietro fino a fare scrocchiare le nocche.

"Tu stai guardando il campione di Scarabeo del mio appartamento di Oxford, imbattuto per due anni interi. Preparati a soccombere, agente Scully. Sei finita!"

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Ore 11.35

"Che significa che non posso usare 'cardite'? È un termine medico perfettamente valido".

"Nessun termine medico, Scully".

"Io posso usare termini medici. Sono nel dizionario di Scarabeo che ho a casa".

"Bene, noi non ne abbiamo uno, qui, così io non posso controllarli. Inoltre, tu non mi hai permesso di usare una parola, prima".

"Mulder, la tua parola era volgare. Il gioco non concede l'uso di termini scurrili riferiti ai genitali femminili. Vediamo... ho usato tutte le mie sette lettere, così sono giusto cinquanta punti. Sono in una casella con parola tripla, la D è su una casella doppia, ed ho trentanove punti per quello, per un totale di ottantanove punti. Niente male".

"Ottantanove punti? Scully, tu mi stai uccidendo! Perché continui a trovare tutte le caselle buone?"

"Lagnarsi è molto poco attraente, lo sai".

"Ed anche inutile".

"Inoltre, tu avevi una casella con parola tripla sotto la S che ho appena usato. Non sono l'unica ad avere buone occasioni".

"Non penso che tu sia molto in pericolo per i miei diciotto punti di 'unghie'. Si alzò e si diresse verso la porta posteriore. "Userò la latrina, torno presto".

"È quasi ora di pranzo. Perché non ne riparliamo mentre mangiamo?"

Mulder annuì strappando il cappotto dal piolo e gettandolo sulle spalle. Infilando i piedi in un paio di stivali, aprì la porta posteriore su un esterno di un bianco virtuale. Ancora una volta sussurrò un "grazie" ad Elver per essere stato abbastanza previdente da legare una corda tra il portico ed il gabinetto.

Usare le costruzioni esterne in inverno era più che sufficiente per far tacere il desiderio di una persona di indugiare nei propri affari, e neanche la possibilità di perdersi nel tragitto di andata o ritorno era molto attraente. Dato l'attuale ammontare della nevicata, i percorsi non sarebbero stati praticabili ancora a lungo. Aveva pestato i piedi sulle impronte precedenti ed era tornato nel calore della casa in un tempo record. Il profumo di zuppa al pomodoro ed il volto aggrottato della sua collega lo salutarono alla porta.

"Non avresti dovuto ricorrere a un tale misero stratagemma, Mulder".

"Cosa?"

Scully indicò il tavolo. "Non dovevi mandare a monte il nostro gioco prima di andartene. Non avrei mai pensato che avresti fatto ricorso a quel mezzo".

Guardando dove lei indicava, vide che le tessere con le lettere erano state sparse sul gioco e sul tavolino. Scosse la testa.

"Io non l'ho fatto, Scully. Sai che non sono così meschino".

"Allora come lo spieghi?" chiese. "Io non li ho toccati. Ero in cucina ad aprire una lattina di zuppa per pranzo".

"Ed io stavo rispondendo alla chiamata della natura. Il gioco era a posto quando me ne sono andato".

Lei storse la bocca. "Mi dispiace, Mulder. Sicuramente non è stata colpa tua. Il vento deve essere entrato ed aver soffiato proprio sul gioco. Leva il cappotto e mangiamo. Inizieremo una nuova partita".

Dopo avere appeso il cappotto sul piolo accanto alla porta, si tolse gli stivali e si avvicinò al gioco scombinato, ricordando i rumori strani durante la notte. Raccolse un pezzo e lo rigirò tra le dita. Scuotendo la testa, riappoggiò la tessera e proseguì verso la cucina per aiutare a preparare il pranzo.

Nessuno era là a guardare quando le tessere iniziarono a girare sul piano del tavolo.

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Ore 23.35

La giornata era stata a suo modo divertente, ma per Mulder la reclusione forzata era un inferno. Passare ogni minuto del giorno con la donna che amava era il paradiso, ma non poterla toccare o esprimere i suoi veri sentimenti, gli dava l'impressione di avere un cilicio che lo pizzicava e lo rendeva irritabile. Il risultato fu un flusso continuo di insinuazioni e commenti volgari sottilmente camuffati dalla scelta delle parole per lo Scarabeo.

Essere battuto sei partite su sei lo mise in uno stato d'animo pessimo, ma il miglioramento nella disposizione della collega valeva l'umiliazione. Vincere rendeva Dana Scully di un umore molto clemente. Infatti, era stata più che felice di preparare per loro verdure, prosciutto e formaggio fritto con tagliatelle per cena: cucinare era un segnale certo del buon umore di Scully.

Lui mantenne la sua promessa mentale di offrire alla collega un lungo e caldo ammollo nella vasca con i piedi. Mentre lei stava facendo un viaggio al gabinetto esterno dopo cena, lui preparò un fuoco nel caminetto del bagno ed appese un grande bollitore di acqua al gancio apposito conficcato nel muro. Per quando finirono la loro nuova partita di Scarabeo, l'acqua era calda.

Mulder trascinò una grande pentola di acqua fredda nel bagno ed invitò Scully ad entrare ed approvare. L'occhiata di gratitudine quando capì le sue intenzioni compensò lo sforzo. Lui chiuse la porta del bagno quando lei cominciò a versare pentole di acqua calda nella vasca.

In retrospettiva, era stata una bella cosa da fare per il benessere della collega, ma si trasformò in un altro strato di polvere sotto il cilicio a procurargli prurito. Steso sul divano mentre sguazzava e canterellava nel bagno non aveva alleviato il suo livello di frustrazione. Invece, peggiorò le cose dieci volte. Non sembrava essere in grado di smettere di immaginare la sua pelle pallida, lucida di sapone e schiuma, splendente nella luce del focolare. Si sgomentò quando si sorprese a strofinare l'erezione che si tendeva contro la sua chiusura lampo - non ricordava di avere raggiunto l'inguine mentre le immagini di Scully giravano nella sua mente. Spingendosi via dal sofà disgustato, si mosse a grandi passi verso la porta posteriore e la spalancò al vento ghiacciato. Lo schiaffo della neve sul viso era un piccolo prezzo da pagare per essersi arreso ai suoi pensieri lascivi. I suoi sentimenti per la collega non gli davano il diritto di abbandonarsi alle fantasie... fantasie che senza dubbio l'avrebbero disgustata se ne fosse venuta a conoscenza. Rimase là in piedi finché sentì la porta del bagno riaprirsi. Solo allora chiuse fuori la turbinosa tormenta e tornò in soggiorno.

Scully emerse rosea, sorridente e rilassata dalla stanza piena di vapore. La vista di lei trascinò i suoi sentimenti più profondi finché pensò che si fossero districati nel suo petto.

Ora, steso accanto al suo corpo caldo, Mulder fissava la tremolante luce del fuoco sul soffitto, chiedendosi come avrebbe superato un'altra notte con lei così vicina senza impazzire. O senza saltarle addosso, il che sarebbe stato certamente peggio. Probabilmente l'avrebbe perdonato perché era pazzo.

Il suono di passi sul pavimento di legno si insinuò nei suoi pensieri. Li ascoltò muoversi dalla cucina alla sala da pranzo, al corridoio, fino a che una porta di nuovo cigolò aprendosi e chiudendosi. La notte precedente, era stato disposto a credere che i suoni fossero dovuti alla sua immaginazione ed ai rumori di una vecchia casa, ma ora era certo che ci fosse dell'altro. La sua mente balenò sulla partita a Scarabeo rovinata, e sul modo strano in cui la sua pistola aveva fatto cilecca il giorno prima. I pezzi andarono faticosamente a posto ed emerse uno schema -- Elver Smallwood non aveva del tutto abbandonato il piano terreno. Concesso, non aveva nient'altro che alcuni indizi non connessi come prove, ma ugualmente aveva senso. Elver stava tentando di contattarli. Mulder sorrise nel bagliore tremolante. Aveva trovato un fantasma vivo e vegeto... per modo di dire. Non che avesse intenzione di menzionare questa teoria a Scully. non era dell'umore per affrontare la sua logica razionale ed i fatti scientifici.

A volte desiderava che lei potesse credere senza porsi domande. Per quanto rispettasse il suo punto di vista contrastante, una volta tanto sarebbe stato bello poter discutere approfonditamente delle idee su "là fuori" senza dibattere su ogni possibilità estrema. In nessun modo poteva dirle che stavano in una casa infestata dagli spettri. L'avrebbe guardato come un bambino, spiegandogli in parole semplici perché i fantasmi non esistono. La certezza della sua reazione smorzò la propria eccitazione. L'amava più di quanto avrebbe pensato possibile al loro primo incontro, ma qualche volta si chiedeva per quanto tempo poteva combattere con questo male nel cuore.

Non c'era nulla di male nel chiedere consiglio a qualcun altro.

Bisbigliò nel silenzio: "Elver, vecchio mio, ti è mai capitato di sapere qualcosa riguardo l'amore non corrisposto?"

L'unica risposta fu un breve bagliore di luce dal camino. Ombre ballarono e giocarono negli angoli, ma nessun'altra rivelazione spettrale gli fu trasmessa nell'oscurità.

"Grazie comunque" mormorò, mettendosi comodo sotto le coperte. "Suppongo che dovrò dedurlo da solo.

Quando il suo respiro rallentò, il fuoco arse di nuovo, inondando le due persone di luce. Scully borbottò nel sonno, gettando via le coperte dalle spalle. Tornò rapidamente nel sonno profondo e nemmeno notò quando le coperte furono tirate di nuovo fino al suo mento e dolcemente rimboccate attorno a lei da una mano invisibile.

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Mercoledì, ore 9.37

Mulder fece voto di non dare mai più per scontato le tubature interne. Una volta a casa, avrebbe pulito il bagno fino a che fosse abbastanza pulito da poter mangiare su ognuna delle sue superfici, e in seguito l'avrebbe mantenuto in questo stato, nonostante il disordine occasionale nel resto dell'appartamento, non aveva mai dovuto spalare la strada verso il bagno. Ed era dannatamente stanco di dovere farlo ora.

Siccome la neve non si era fermata, il sentiero che aveva fatto in precedenza continuava a riempirsi. Ogni volta che spostava fuori la neve accumulata, i lati del percorso diventavano più alti, il che significava che era più difficile spalare la volta seguente. Non gli interessava fare pipì accanto al portico, i ragazzi erano costruiti apposta, ma non era leale aspettarsi che Scully rischiasse di perdere l'equilibrio precipitando nella neve in un momento in cui era vulnerabile.

Quindi spalò, ed ogni volta gli ci voleva un po' più di tempo. Ci si stava dedicando già da un'ora e mezza. Aveva quasi finito, ma nonostante l'esercizio di raccogliere cumuli di neve da un lato, le mani e i piedi erano completamente intirizziti. Proprio come l'ultima volta, la schiena ed il torace erano sudati sotto lo spesso cappotto militare di Elver, così ogni qualvolta un soffio di aria ghiacciata faceva contatto con l'umidità da sotto una manica o da sotto l'orlo, gli arrivava un brivido freddo alla bocca dello stomaco. Adesso stava internamente tentando di generare calore tremando come un dessert di gelatina durante un terremoto.

Il buon umore di Scully era bruscamente crollato quando si svegliarono e la neve ancora cadeva. Non poteva biasimarla realmente, anche lui stava diventando matto per lo stare recluso, ma probabilmente per una ragione completamente diversa. La sua consapevolezza fisica della collega era cresciuta fino alla soglia del dolore. Sin da quando era emersa dal bagno la notte scorsa, i suoi sensi erano stati assaltati su tutti i fronti dal suo profumo, dalla vista della sua pelle cremosa, dal tono serico della sua voce. La polvere irritante sulla sua pelle si era trasformata in rovi, che si lasciavano dietro piccole ferite ogni volta che permetteva alla sua coscienza di avere il pieno dominio. Per quanto odiasse spalare, almeno gli dava una breve interruzione all'assalto continuo alla sua sanità mentale ed al gonfiore inevitabile di una certa porzione della sua anatomia. Il freddo estremo aiutava, anche.

Dopo aver alzato un'ultima volta la pala, Mulder si appoggiò contro la porta della legnaia ed osservò il suo lavoro. Finito. Di nuovo. Piccole nuvole di vapore sbuffavano tra le sue labbra aperte mentre tentava di prendere fiato. Era ancora freddo come quando erano arrivati, ma al suo occhio addestrato del New England, sembrava che la neve rallentasse. Concesso, poteva essere un po' arrugginito nelle previsioni del tempo, dopo così tanti anni lontano dalle terre settentrionali, e probabilmente non era altro che una sua speranza, ma sembrava che i fiocchi fossero più piccoli e distanti. Certamente lo sperava. Prima si fossero allontanati da questo luogo, prima avrebbero raggiunto le autorità preposte ad investigare e prima sarebbero tornati alle loro case. Scully era stata abbastanza irascibile a colazione, e lo stroncava ad ogni commento che faceva. Sospettò di essere in questo momento *lui* la polvere irritante sulla pelle di lei, ed il non potere allontanarsi l'uno dall'altra stava solo peggiorando le cose.

Staccandosi dalla porta della legnaia, tornò indietro a fatica sul sentiero ripulito verso la casa. Era raffreddato fino all'osso, ma almeno aveva consumato abbastanza energia in eccesso da poter passare molte ore in compagnia di Scully senza rischiare di gettarla sul materasso e strapparle i vestiti. Se non fossero usciti presto da questo posto, avrebbe passato tutto il suo tempo spalando neve, tentando di raffreddare il suo desiderio.

Mulder rabbrividì salendo a passi pesanti i gradini del portico. Al momento, la sua libido sembrava essere la sola cosa non fredda.

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Ore 15.32

"Mulder, hai affondato la mia corazzata! Ancora!"

"Cosa posso dire? Quando uno è bravo, è bravo".

"E quando non sei sportivo, sei disgustoso. Giuro che hai sbirciato, in qualche modo".

Lui lasciò uscire un sospiro risentito mentre sistemava le sue navi nella scatola del gioco. "Questa è la seconda volta che mi accusi di imbrogliare, Scully. Mi ferisce che tu pensi una tale cosa di me. Inoltre, mi hai stracciato, ieri. Sarò espulso dal Corpo del Testosterone se non potrò batterti a *qualcosa*. Facciamo a quattro su sette?"

Lei fece cadere con un tonfo il suo gioco sui cuscini del divano e si alzò in piedi. "No, grazie. Penso che perdere tre partite di Battaglia Navale sia abbastanza per oggi". Dirigendosi alla porta della cucina, scostò la tenda della finestra. "Sono stanca di stare rinchiusa. Voglio uscire da qui. La neve si è fermata un'ora fa. Perché non possiamo andare via?"

Lei probabilmente non comprendeva quanto fosse piagnucolosa. Mulder generalmente avrebbe considerato tale comportamento insolito come una dimostrazione di dolce puerilità. Oggi, strideva sui suoi nervi. La guardò in cagnesco senza tentare di nascondere la propria esasperazione.

"Ne abbiamo già parlato, Scully. Presto sarà buio. Passare tutta la notte fuori accanto alla macchina sarebbe una mossa stupida. Andremo via in mattinata se non ricomincerà a nevicare. Lo so che trovi difficile tenere le mani lontane da me, ma..."

Lei si girò per affrontarlo. Mulder non era sicuro di sentirla ringhiare, ma il suo labbro superiore aveva certamente una curva irritata.

"Se non puoi dire qualcosa di positivo, allora stai zitto, Mulder!" si voltò verso la finestra, strattonando da parte la tenda per fissare ancora il prato coperto di neve.

Lui crollò sul divanetto e chiuse la custodia del suo gioco. Ok, non era il caso di stuzzicarla, almeno per oggi. I giochi da tavolo lo stavano annoiando, anche se stavolta aveva vinto. Si spinse su ed andò all'armadietto delle porcellane. Aprendo le doppie porte in basso, ne tolse la piccola pila di libri che aveva visto il loro primo giorno là. Mettendoli sul tavolo, lesse attentamente i titoli ed ammise che, anche se non c'era una gran scelta, erano tutti classici.

Ventimila leghe sotto i mari.

L'aveva letto.

I primi uomini sulla luna.

Letto anche quello.

Robinson Crusoe.

Letto cinque volte.

La guerra dei mondi.

Letto finché la sua copia non era andata in pezzi.

Via col vento.

Probabilmente uno dei libri di Marie.

Ce n'erano circa una dozzina in tutto, una miscela eclettica di vecchi titoli ma nessuno che potesse essere considerato moderno. Mulder sperò che ci fosse qualcosa qui per calmare i nervi della collega, almeno per un po' di tempo. Si schiarì piano la gola.

"Uhm, ho trovato dei libri quando stavo indagando, Scully. Forse preferiresti leggere invece che giocare".

Lei lasciò precipitare la tenda e si rivolse di nuovo a lui, senza ghigno questa volta. Gli occhi le si spalancarono quando vide i libri che lui aveva messo sulla tavola, e si avvicinò per dare un'occhiata. Le sue dita carezzarono le copertine mentre sceglieva tra questa offerta di pace. Lui avrebbe probabilmente saputo dire quali lei avesse letto dall'attardarsi del suo tocco e dal suo sorriso. Raccolse "La guerra dei mondi" rigirandolo tra le mani. Quando lei lo guardò, aveva un ghigno di autodisapprovazione sulle labbra che le raggiunse anche gli occhi.

"Grazie, Mulder. Non penso di averlo mai letto, anche se alcune volte ho sentito la versione radiofonica di Orson Wells. Forse ci troverò qualche utile suggerimento su come fermare un'invasione mondiale. Potrebbe farmi comodo, un giorno o l'altro".

Lui sorrise per accettare le sue scuse non pronunciate. Lei tornò al divano e si sedette mentre lui si muoveva per la casa, accendendo le lampade. Non era ancora molto buio, ma lo sarebbe stato presto.

Quando ebbero abbastanza luce per leggere, raccolse la copia di "A Child's Garden of Verses" (raccolta di poesie per bambini) e ritornò al divanetto. Scully alzò lo sguardo, gettando alla sua scelta un'occhiata indagativa.

"Poesie per bambini, Mulder?"

Lui scosse le spalle. "Da bambino ho amato Robert Louis Stevenson. Ho letto tutto quello che ha scritto, incluse le poesie. Accidenti, ho letto tutto di *tutti* gli autori classici: H. G. Wells, Jules Verne, Daniel Dafoe, Kipling, Mark Twain. In particolare le storie di avventure. Ho sempre desiderato di potermi arenare su un'isola deserta, come Robinson Crusoe. Suppongo, in un certo modo, di aver finalmente realizzato il mio desiderio. Anche se tu sei molto più carina di Venerdì".

Invece di creargli a morsi un nuovo orifizio come aveva fatto prima quel giorno, lo ripagò con un sorriso pieno, con tutti i denti. Scully chinò la testa sul libro mentre lui apriva il proprio e faceva lo stesso. Presto rimasero così assorbiti dalla lettura che non notarono nemmeno quando ricominciò a nevicare.

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Ore 21.40

Cenarono tardi. Il lusso di leggere senza interruzione era sufficientemente insolito da tenerli entrambi interessati finché la natura chiese a gran voce cibo e riposo.

Scully fu la prima a mettere da parte il libro per un viaggio al gabinetto esterno. Il piccolo lamento di disperazione che esalò aprendo la porta fece accorrere Mulder al suo fianco, abbandonando il libro sul pavimento per la fretta.

Il percorso ai capannoni era di nuovo riempito a metà. Grassi fiocchi stavano discendendo ad un ritmo regolare, sebbene non più furioso. Avanzando dietro di lei alla porta aperta, l'afferrò per le spalle chine e gliele strizzò con comprensione.

"Dovrà smettere, una volta o l'altra" mormorò tra i suoi capelli. Posandole un dolce bacio sulla testa, fu gratificato dal sentirla rilassarsi nell'abbraccio. "Siamo in Ohio, non in Alaska. Usciremo presto da qui, te lo prometto".

Raddrizzando la schiena, uscì dalle sue mani, con sua grande delusione. Lei uscì dalla porta, rivolgendogli un sorriso ondeggiante oltre la spalla.

"Grazie," disse. "Io... torno presto".

Lui restò lì per circa un minuto, fissando la porta chiusa come se custodisse un segreto che si poteva scoprire guardandola, prima di passare in cucina. Prendendo una lattina di zuppa di patata ed una scatola di Pasta-Roni da un armadio a muro, si incupì guardandole. Avrebbe compilato rapporti di spesa per un mese in cambio di un succoso hamburger, proprio ora. Lasciando le confezioni sul bancone, gettò un paio di tronchi nella stufa.

Nel calore del fuoco, Mulder intercettò il proprio odore e comprese che probabilmente doveva fare un bagno. Aveva cominciato a portare vestiti sporchi ogni volta che andava fuori a spalare il sentiero, immaginando che sarebbe stato ridotto a saccheggiare a breve il guardaroba di Elver se non avesse conservato quanto aveva portato con sé. Ma nonostante si lavasse ed indossasse dopo vestiti relativamente più puliti, il suo attuale aroma lasciava molto a desiderare.

Radunando dei tronchi e dei fuscelli dal mucchio nella cassa per la legna in cucina, andò in bagno ed accese un nuovo fuoco nel piccolo camino. Scully ritornò dal suo viaggio all'aperto e lo trovò che pompava acqua in un grande bollitore. Vedendo il suo sguardo indagatore, spiegò: "Ho pensato che avrei fatto meglio a mettere a bagno un po' di puzza prima che tu mi faccia dormire con Elver stanotte".

"Vuoi dire che non era lui quello che ho dovuto annusare per tutto il giorno?"

Lui si batté una mano sul cuore. "Questo è duro, Scully, veramente duro. Aspetta e spera che io ti prepari ancora un bagno".

L'atmosfera a cena fu certo più allegra ed amichevole di quanto fosse stata nel resto del giorno. Leggere invece di giocare coi giochi da tavolo aveva procurato una necessaria interruzione nella loro unione involontaria. Per quando ebbero finito di mangiare, l'acqua per il bagno di Mulder era pronta. Lasciò lavare Scully perché andasse a letto per prima, siccome era già tardi, mentre lui si dirigeva al gabinetto esterno. Quando tornò, ancora una volta era vestita per il sonno nel suo completo sportivo. Gli piaceva vederla nei suoi vestiti, e si chiese se avrebbe potuto convincerla a continuare a portarli dopo il loro ritorno a casa.

Lei prese in prestito una grande casseruola della sua acqua calda, offrendosi di lavare i loro pochi piatti mentre lui si rendeva più presentabile. Gradì molto il caldo ammollo di fronte al piccolo focolare. Se mai avesse avuto l'opportunità di possedere una casa, si sarebbe assicurarato che disponesse di un camino in bagno o ne avrebbe aggiunto uno. Sapeva che Scully avrebbe apprezzato quell'idea decadente.

Quel pensiero lo condusse a tagliar corto. Quando aveva cominciato a pensare nei termini di quello che Scully vorrebbe nella *sua* futura casa? Già dall'inizio della loro collaborazione, aveva rispettato la sua opinione professionale quando stavano lavorando su un caso, anche se spesso riusciva a convincerla a fare le cose a suo modo. Concederle la stessa cortesia nella sua vita personale era avvenuto gradualmente, finché i potenziali desideri di lei iniziarono a riversarsi anche nei suoi sogni ad occhi aperti. Per essere onesto con se stesso, da lungo tempo non aveva preso alcuna decisione che non includesse il suo contributo. Non poteva ricordare più un tempo in cui la felicità di lei era solo un pensiero tardivo. Avendone l'opportunità, avrebbe appagato ogni sogno del suo cuore per il resto della vita. Ma lei aveva chiarito a sufficienza che l'interesse era solo unilaterale. In considerazione del fatto che presto avrebbe dormito accanto a lei, non gli sembrava il momento migliore per il suo pensare desideroso.

Finito con il bagno, Mulder lasciò scorrere l'acqua dalla vasca. Spense il fuoco con quello che era rimasto nel bollitore. Indossò dei boxer puliti e lasciò di malavoglia il calore della piccola stanza per il freddo relativo del resto della casa. Scully era già sotto le coperte ed apparentemente addormentata. Si mosse attraverso le stanze, assicurandosi per prima cosa che il fuoco in cucina fosse spento ed aggiungendo dei tronchi a quello nel caminetto. La familiarità dei suoi compiti domestici gli creò un groppo in gola. In tutta la storia, gli uomini sono stati considerati protettori della famiglia. Quando gli uomini vivevano nelle caverne, questo poteva significare mantenere il fuoco lontano dai membri della famiglia addormentati, spegnere le torce fumose, e barricare l'ingresso contro gli animali predatori. Con il crescere dell'inventiva nel passare del tempo, i compiti notturni divennero più facili e brevi. Attualmente, quei doveri consistevano in null'antro che chiudere una serratura, una finestra, colpire qualche interruttore a muro, ma il simbolismo era lo stesso. Cosa non avrebbe dato per l'opportunità di eseguire questi incarichi ogni sera, sapendo che Scully avrebbe aspettato che finisse? Magari indossando qualcosa di meno coprente...

Mentre si accucciava accanto al fuoco fantasticando, l'oscurità crescente attirò la sua attenzione. Alzandosi, si girò attorno per scoprire che le lampade e i candelieri si spegnevano da soli lentamente. Guardò come il bagliore di ognuna si affievoliva fino a sparire completamente, lasciando solo il focolare a dare luce alla stanza.

"Non puoi dimenticare l'abitudine di tanti decenni, vero Elver?"

Quando non ci fu risposta, si infilò sotto alle coperte. Si affrettò ad avvicinarsi al calore di Scully, ma si trattenne dal toccarla, anche attraverso il completo sportivo. Era grato che il giorno fosse finito meglio di com'era iniziato. Ma quello voleva dire anche che non aveva lo schermo dell'irritazione di lei tra se stesso ed i propri desideri inappropriati. Tutto ciò che aveva erano anni di limitazioni che i giorni passati avevano assottigliato agli orli.

Su quell'infelice pensiero, scivolò in un sonno senza riposo, tra il suono di passi ed il cigolare di porte che echeggiavano nei suoi sogni.

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Giovedì, ore 14.48

Anche se stava nevicando quando si erano svegliati quella mattina, l'umore non era stato teso come il giorno precedente. I fiocchi scendevano ondeggiando pigramente invece di battere contro la casa, e la mancanza di grigio nel cielo faceva presagire la possibilità di una eventuale tregua da parte di Madre Natura. Con un po' di fortuna, sarebbero stati in grado di andare via domani.

Quando Mulder si avventurò fuori dopo colazione per spalare il piccolo accumulo di neve dai sentieri, fu lieto di scoprire che gli ci volle meno di mezz'ora. Infatti, la mancanza dell'esercizio lo lasciò così allegro, che offrì un suggerimento molto maleducato su come Scully poteva aiutare a riscaldarlo. Invece di colpirlo in testa con una casseruola, aveva affermato semplicemente, che, in onore delle loro attuali condizioni di vita antiquate, si sarebbe avvalsa della legnaia per il suo storico scopo secondario, se egli non avesse posto fine ai suoi scherzi dissoluti. Non sapeva se ridere o cercare una pala perché lei la usasse, così strinse insieme le labbra e tentò di nascondere il ghigno.

Dopo una colazione piacevole, un pranzo socievole, e l'equa divisione dei compiti domestici, aveva ottime speranze di poter terminare il loro forzato confino senza fare qualcosa che avrebbe messo in pericolo la loro relazione corrente.

Finché Scully decise di giocare un giro di Scruples.

"Hai mai giocato a quel gioco?" chiese Mulder.

"No," ammise, "ma ne ho parlato con mia mamma, e le regole lo fanno assomigliare a Verità o Sfida. A quello ci ho giocato. Quanto può essere diverso?"

"È più come Verità o Conseguenze, Scully. Non sono certo che sia una buona idea, proprio ora".

"Tu sei un pollo".

"Cosa?"

"Ho detto che sei un pollo. Hai paura che ti straccerò ancora".

"No che non lo sono!"

Lei si mise a chiocciare piano.

"Bene". Disse, raddrizzando le spalle. "Vediamo quanto sei dura".

Si accovacciò di fronte al tavolino ed estrasse la scatola. Era ancora sigillata con la plastica.

"Huh," disse. "Sembra che Elver e Marie non abbiano mai avuto l'opportunità di giocare con questo".

"O qualcuno glielo ha regalato, ma loro non erano interessati. Forse dovremmo lasciarlo intatto".

Mulder tagliò la plastica con l'unghia del pollice e la tolse.

"Se qualcuno della loro famiglia glielo avesse dato, sarebbe più gentile se lo riavesse come se fosse stato usato, non pensi? Io ci rimarrei male se scoprissi che a qualcuno non è piaciuto il mio regalo tanto da non aprirlo".

"Ok". Prese una sedia dal tavolo della sala da pranzo e si sedette. "Ma voglio essere prima".

"Ti senti sadica oggi, eh? Accomodati, mia cara Scully. Dopo di te".

Lei aprì la scatola ed estrasse il foglio delle regole. Lui mise altra legna sul fuoco, dandole il tempo di leggerle prima di raggiungerla al tavolo. Aveva già giocato a questo gioco e non gli era piaciuto molto. Si era scoperto a fare il profilo agli altri giocatori e questo gli faceva sembrare il gioco come se fosse il suo lavoro e gli toglieva il divertimento. Come anche la necessità di rivelare parti di sé che avrebbe preferito tenere nascoste sotto le loro rispettive pietre. Mulder aveva una sensazione molto brutta su tutta questa intera idea, ma non poteva lasciare che la sua collega lo chiamasse pollo.

Evidentemente convinta dalle istruzioni, estrasse un pacco di schede gialle dalla scatola, le mescolò e ne distribuì cinque ciascuno, ma lasciò il pacco di schede rosse dove erano.

"Hai venduto la tua casa," lesse sulla prima scheda. "Prima di trasferirti, il tetto inizia a perdere. Lo fai riparare?"

Lo fissò ansiosamente. Lui batté le palpebre sorpreso.

"Scully, hai appena letto le istruzioni. Dovresti dare a ciascuno anche una scheda rossa. Poi dovremmo indovinare quello che dirà l'altra persona".

"Da quanti anni lavoriamo insieme, Mulder?" doveva essere una domanda retorica, perché sventolò una mano e continuò: "Io *so* quello che risponderai. Inoltre, quelle regole sono per un gruppo di persone. Dicono che devi decidere chi darà la risposta più simile a quella sulla tua scheda rossa. Non è una grande sfida quando ci siamo solo noi due. Invece, noi daremo una risposta e poi cercheremo di indovinare se l'altra persona è stata onesta. Ora, ripareresti il tetto che perde o no?"

Questa idea gli sembrava sempre peggiore. Aveva un nodo alla bocca dello stomaco come filo spinato. La sua risposta uscì un po' più belligerante di quanto intendesse.

"No, diavolo! Se qualcuno già ha comprato la casa, non è un mio problema a meno che la mia testa si stia bagnando. Loro sono gli unici che debbano preoccuparsene, non io".

"Non posso credere che tu dica una cosa del genere. Tu hai l'obbligo morale di assicurarti che la casa sia in sufficiente ordine per i nuovi proprietari. Un tetto che perde non è ammissibile".

"Non se i documenti sono già firmati e loro stanno solo aspettando che io me ne vada".

"Qui non si dice nulla riguardo i documenti, Mulder, ma solo che tu non ti sei ancora trasferito".

"Quindi non hai sufficienti prove per suggerire una risposta corretta, ed ora tocca a me".

Raccolse la sua prima scheda e la lesse: "Vai d'accordo con qualcuno ad una festa. Il tuo innamorato sembra geloso. Dai un taglio alla tua conversazione?"

Uno sbuffo divertito uscì dalla gola di Scully. "Non è credibile".

"Perché no?"

"Non è quello che c'è sulla scheda, vero?"

"No, non lo è. Mulder girò la scheda così che lei potesse vederla. "Ero soltanto curioso di sapere se avresti tagliato una conversazione con un estraneo se al tuo innamorato non piacesse che gli parlassi".

"In primo luogo, io non starei parlando necessariamente con un uomo".

"Lo faresti, se non sei gay. Non penso che un innamorato maschio sarebbe geloso di te, se parlassi con un'altra donna".

Gli diede un'occhiata ma non discusse la sua ipotesi. "Ok, così io starei parlando con un uomo. Se all'uomo col quale sto non piace che io conversi con un altro uomo... che molto probabilmente non vedrei mai più... quello è un problema suo, non mio. Perché dovrei smettere di parlare con qualcuno semplicemente perché ho un innamorato insicuro?"

"Perché tu l'ami? Non è abbastanza?"

"Perché dovrei farlo? Siamo entrambi adulti. Io dovrei essere capace di parlare con chiunque desidero senza dovere badare a qualcuno con la maturità emotiva di un adolescente".

Mulder si contorse. Aveva la strana sensazione che non stesse parlando in senso ipotetico. Vero, lui aveva mostrato un tocco di territorialità occasionalmente, ma non voleva dire che fosse geloso... molto. Le cose iniziavano a pungerlo sul vivo, proprio come temeva. Indicò la sua pila di schede.

"È IL TUO TURNO".

Lei apparve sorpresa dal suo tentativo di evitare il problema ma si trattenne dal commentare. Scegliendo un'altra scheda, lesse: "Se la tua innamorata avesse un incubo e non potesse dormire, vorresti che ti svegliasse per essere confortata?"

Non ci dovette nemmeno pensare.

"Sicuro. Io vorrei che tu mi confortassi se facessi un brutto sogno e tu stessi riposando accanto a me. Perché non dovrei fare lo stesso per te?"

Oops. avrebbe dovuto mantenere la risposta impersonale. Era il momento di un'altra domanda. Afferrò la prossima scheda.

"Un genio ti offre un telecomando che farà fare al tuo innamorato ogni cosa che vorrai. Accetti l'aggeggio?"

Lei si morse il labbro per un momento. "No"

"Vorresti spiegare meglio?"

"Io non vorrei mai avere quel genere di potere su qualcuno".

"Ma tu potresti fargli fare qualsiasi cosa. Potresti cambiare le sue abitudini che ti infastidiscono, o renderlo più romantico, o niente del tutto. La maggior parte delle donne non vorrebbero cambiare un uomo, una volta che l'hanno?"

Scully lo guardò diritto negli occhi. "Se io amassi davvero qualcuno, sarebbe *per* quello che è, non nonostante. Non vedo il bisogno di riparare qualcosa che non è rotto".

Loro sedettero in silenzio per qualche secondo, assorbendo le implicazioni di tale potere su un'altra persona. Mulder sapeva che anche lui non ne sarebbe stato tentato. Non c'era cosa di Scully che avrebbe cambiato. A parte il continuo scetticismo, ed anche quello era una buona cosa, perché lo faceva lavorare per dimostrare le sue teorie. Doveva vedere ogni problema da tutti i lati per trovare sufficienti prove per confutare il suo inevitabile scetticismo. Non importava quanto fosse frustrato qualche volta, non avrebbe mai voluto che lei si comportasse in nessun altro modo.

I suoi pensieri vagheggianti furono fermati in fretta dalla domanda seguente.

"Trovi un portafoglio con una grande somma di denaro. La patente di guida è di un altro stato, ma c'è un indirizzo. Spedisci il portafoglio coi soldi ancora dentro?"

Lei sorrise furbescamente e disse: "Non è una domanda adatta a due rappresentanti della legge, no? Proviamone un'altra".

Mulder mise la mano sulle sue mentre prendeva una nuova scheda. Scully evidentemente non si era resa conto di quello che aveva appena detto. Aveva sottinteso che lo conosceva abbastanza bene da credere che fosse un uomo onesto, ma non lo conosceva apparentemente ancora abbastanza bene per credere che l'amasse, anche se glielo aveva detto. L'ironia era troppa per lui.

"Aspetta un attimo. Io prenderei i soldi e getterei via il portafoglio con le mie impronte digitali dappertutto. Tu non lo faresti?"

"Non c'è bisogno di sarcasmo, Mulder". Scuotendo via la sua mano, prese un'altra scheda e lesse: "La nave è affondata; tu e la tua innamorata siete entrambi in acqua. Hai solo un giubbetto di salvataggio. Lo dai alla tua innamorata?"

Sapeva cos'avrebbe detto: c'era solo una possibile risposta. Quando rimase silenzioso, lei gli lanciò uno sguardo rapido, e lui seppe che anche lei lo sapeva. Già le aveva detto cosa ne pensava, così la sua risposta non fu una sorpresa.

"Sì, lo farei".

"Quindi tu preferiresti lasciare che ti veda affogare mentre salva la propria vita?"

"Sarebbe meglio se fossi io a guardare *lei* che affoga, sapendo che potrei salvarla e che non vorrei comunque vivere senza di lei? Poi il giubbetto di salvataggio non è molto efficace".

Sembrava che il fato fosse determinato a metterli a disagio. Il buon umore della mattina se n'era andato da molto. Non si stavano sparando al riparo delle trincee, ma egli non si sentiva a suo agio come prima. Nel frattempo Scully continuava a cincischiare la manica del maglione, e lui sospettava di non essere il solo a sentirsi a disagio.

Lui non aspettò alcun commento, e raccolse un'altra scheda.

"Sei un detective, e vuoi mettere nel posto che si merita un malvagio stupratore, ma manca una prova fondamentale. Puoi falsificarla. Lo fai?"

Il silenzio che seguì si protrasse per molti lunghi secondi. Finalmente, lei scattò: "Ma devi chiedere? Questa è ovvia come la domanda sul portafoglio. Pensavo che tu mi conoscessi meglio dopo tutto questo tempo. Scegli un'altra scheda".

Sì, ammise Mulder, conosceva la collega. Sapeva come usava condire l'insalata. Sapeva quando doveva pagare l'affitto, gliel'aveva pagato un paio di volte quando non era in città. Sapeva la password del suo computer. Sapeva che amava segretamente il cheesecake, anche se era troppo calorico, ed odiava apertamente i collant, anche se li indossava ogni giorno. Sapeva anche quando aveva il suo dannato periodo ogni mese, per dio. Così sì, sapeva come avrebbe risposto alla domanda, ma ancora non sapeva quell'unica cosa che era molto importante per lui.

Improvvisamente, fu troppo difficile da sopportare. Qualcosa in lui si spezzò. Forse l'ultimo brandello di buon senso. Forse per il sovraccarico causato da quattro giorni rinchiuso accanto alla donna che amava. Sapeva solo di essere stanco di non essere mai sicuro di come poterle resistere. Quale fosse la causa, prese una decisione improvvisa ed agì prima di poter indietreggiare. Il gioco avrebbe preso una brusca svolta. Avrebbero visto chi era il pollo, tra loro due.

Lui raccolse una nuova scheda e finse di leggerla.

"Qualcuno che tu consideri un amico farfuglia: 'io ti amo' mentre è sotto l'influenza di farmaci. Gli credi e rispondi a tono, o non gli dai importanza e non ne parli più?"

Il volto di Scully impallidì, poi divenne di un rosso brillante.

"Questa non è sulla scheda, Mulder" affermò. "Non è possibile rispondere con un 'sì' o con un 'no'!".

"Rispondi alla domanda, Scully. Ricambi le parole?"

Per la prima volta non poteva catturare il suo sguardo.

"No"

Mulder sbatté il palmo sulla tavola, facendola sussultare.

"Dannazione, Scully! Perché non puoi accettarlo?"

"Accettare cosa?

"Che io ho dei sentimenti per te".

"Lo so che tu hai dei sentimenti per me, Mulder proprio come io ne ho per te. Ma entrambi sappiamo che tu non intendevi quello che hai detto".

"Certo che l'intendevo".

"No. Eri drogato. La gente dice molte cose quando è sotto l'influenza di quelle sostanze".

"Drogato o no, non ho proclamato 'Io ti amo' a tutti quelli che si sono fermati per una visita. Di certo non lo dissi a Frohike quando lo vidi affacciarsi sopra al mio letto".

Scully stava tormentando l'orlo di una scheda invece di guardarlo.

"Io non sono il tuo tipo, Mulder. Per quanto non voglia ammetterlo, l'evidenza è chiara".

"Che evidenza?"

"Bambi, Phoebe, Diana... gambe lunghe, alte, formose. Quello è il genere di donne che ti ha sempre attratto. Quante altre ce ne sono state e delle quali io non so nulla?"

Lui aveva voglia di afferrarla per le braccia e scuoterla fino a farle battere i denti. Invece, gettò la scheda che aveva in mano, si infilò le dita tra i capelli e tirò forte. Il dolore sembrò calmare le sue emozioni furiose.

"Ti sei mai fermata a pensare che probabilmente i miei gusti possono essere cambiati negli anni, Scully? Hai considerato come mi hanno trattato quelle bambole formose dalle lunghe gambe? Non è possibile che siano venute loro, da me, non il contrario? Cosa ti fa pensare che abbia fatto delle mosse verso di loro, o che io l'abbia voluto? Ci sono altre cose che trovo attraenti, ora".

Lei si morse il labbro ma non disse nulla.

"Cose come la lealtà, l'intelligenza, la fiducia, il rispetto, l'affezione reciproca. Le gambe corte non sono una cosa di cui vergognarsi, lo sai. Quando io ti tengo tra le braccia, tu stai perfettamente sul mio cuore. Nessuna di quelle oche giulive dalle gambe da puledro ha mai occupato quel posto come fai tu. Io non posso credere che tu non lo sappia".

Lui si sporse a calmare le sue dita nervose, ma come le accarezzò la pelle, lei tirò via la mano. Mulder aggrottò le ciglia. C'era qualcosa che non capiva. Accolse gli occhi sconfortati, le spalle curve e le labbra strette, gonfiate dai denti serrati. Ricordando le sue irritate lamentele per i propri commenti indecenti del giorno precedente, gli venne in mente un'idea improbabile.

Lui si tese attraverso la tavola per toccarle il braccio e lei lo scosse via.

Tutti i suoi dubbi svanirono. "Tu sei innamorata di me," bisbigliò con timore riverenziale.

La sua espressione irradiò panico.

"No, non lo sono".

"Sì, lo sei". Un ghigno si aprì attraverso il suo viso, che sembrò solo renderla più caparbia.

"Mulder, cosa ti fa pensare che ogni donna che entra in contatto con te debba restare vittima del tuo evidente fascino? Semplicemente perché la dott. Bambi e il Detective White si gettarono ai tuoi piedi, non vuole dire che debba farlo anche io. Datti una calmata".

Non gliela dava a bere con la presunzione che aveva tentato di iniettare nelle sue parole. Lei stava mentendo. Tutto tornava. Infatti, egli era pronto per un altro salto.

"Tu stai usando Diana, Phoebe e tutto il resto come una scusa. Tu sai come mi sento riguardo a te. L'idea che tu non sei il mio tipo è solo una scusa per negare i tuoi sentimenti. Tu puoi mentire a te stessa finché vuoi, ma non puoi mentire a me".

"Piantala, Mulder. Tu non capisci".

"Cosa non capisco? Che trovi difficile esprimere le tue emozioni più profonde? Lo so, quello. Forse hai paura che io sarò possessivo e geloso, che vorrò tutto il tuo tempo per me. Probabilmente hai ragione, ma cosa ci sarebbe di diverso rispetto al modo in cui ti ho sempre trattata? Io ti amo, Scully. Ed io ora so che anche tu mi ami. Perché non puoi ammetterlo?"

Lei chiuse gli occhi e lasciò cadere la testa al petto. Sapeva che la stava spingendo; non poteva evitarlo: non sapere sarebbe peggio che scoprire di avere torto. Ma non aveva torto. Ne era sicuro. Insomma, abbastanza sicuro. C'era un piccolo dubbio nel profondo del suo cervello che tentava, pignolo, di farsi strada, ma soffocò quella voce sotto tutta la speranza che poté chiamare a raccolta.

Quando lei finalmente parlò, Mulder stava trattenendo il respiro.

"Perché ho passato anni tentando di contrattaccare le percezioni di un'istituzione dominata dai maschi," disse Scully.

Lui rese grazie per poter riprendere a respirare: non aveva seccamente dichiarato di non amarlo. Si concentrò sul liberarsi dal capogiro mentre lei continuava.

"Il sistema del 'buon vecchio ragazzo' sembra pensare che l'unico modo in cui una donna può avanzare è quello di stendersi. Quando andavo a letto con Jack, io stavo perpetuando quell'equivoco, nonostante egli non abbia avuto niente a che fare con la mia attuale carriera nel Bureau. Ero troppo giovane, a quei tempi, per rendermi conto del danno che quello mi stava causando, ma ora non sono più così ingenua. Cosa sembrerebbe se si spargesse la notizia che mi fotto il mio collega?"

Gli occhi imploravano la sua comprensione e accettazione, ma Mulder indurì il cuore contro il suo sguardo implorante. Non gliel'avrebbe fatta passare liscia così facilmente, non ora, non quando sapeva la verità.

"Stavi progettando di tatuarti le parole 'Io mi fotto il mio collega' sulla fronte, Scully?"

"Certo che no!"

"Bene nemmeno io. Così, come riuscirà a saperlo qualcuno? Siamo adulti. Possiamo amare chiunque vogliamo senza risponderne ai nostri collaboratori o alla società in generale. Noi dobbiamo rispondere solo l'un l'altra, e a nessun altro. Giusto?"

Scully si agitò nella sedia. "Suppongo di sì".

"Allora ammettilo!"

"Bene! Sì, dannazione, Mulder! Io ti amo!"

Seccatura ed irritazione non potevano resistere contro le tre parole che bramava di sentire. Si sporse di nuovo verso la sua mano, e quando questa volta lei non la spinse via, allacciò insieme le loro dita sulla tavola. "Bene. Non è stato per nulla più difficile che spiegare le mie ultime tre richieste di assicurazione contro le malattie. È bello dirsi quelle parole, vero? Io avrei voluto farlo ogni giorno fin dalla prima volta".

C'era rammarico negli occhi così come nella sua voce mentre bisbigliava: "Mi dispiace, Mulder. Te l'avrei dovuto dire quel giorno all'ospedale, invece di trattare la tua dichiarazione come uno scherzo".

Lui scosse la testa. "Non hai bisogno di scusarti. Ti capisco. Davvero, ti capisco. Hai sempre avuto bisogno di prove concrete prima di poter cominciare a considerare una possibilità estrema. Quindi non credi nei vampiri. Hai rifiutato ogni testimonianza sui lupi mannari. Dubiti della possibilità di vita aliena sulla Terra. Ma, per favore, anche senza conferma scientifica... per favore, non dubitare mai del mio amore".

Lui si alzò in piedi e tirò la sua mano finché anche lei si alzò. Si abbracciarono stringendosi, mentre i loro corpi ondeggiavano lentamente a una melodia che solo loro potevano sentire.

Dopo molti minuti di silenzio, lei disse: "Non ci sono cose come vampiri o lupi mannari, Mulder, e tu ancora non mi hai nemmeno convinto che gli alieni esistono".

Lui ridacchiò e le diede un bacio sulla cima della testa.

"Dammi tempo, Scully, troverò la tua prova". Rafforzò il suo abbraccio e le borbottò tra i capelli: "Questi ultimi giorni sono stati una tortura pura e semplice".

"Lo so".

Allontanandosi, la guardò negli occhi e vide un sorriso addolorato che vi aleggiava.

"Cosa?" chiese lei, "pensi di essere il solo che stava diventando matto? Averti a portata di mano e tenerle a posto è stata una delle cose più difficili che io abbia mai fatto. Perché supponi che abbia iniziato a lamentarmi delle tue allusioni?"

"Huh". La tirò di nuovo in un violento abbraccio. "E io stavo pensando che tu fossi completamente annoiata da me. Pensavo che non vedessi l'ora di tornare a casa per non dover guardare la mia faccia noiosa per un bel po' di tempo".

"Normalmente non visito il bagno spesso come in questi ultimi giorni, lo sai. La scelta era tra fare pause regolari o manifestare l'attrazione fisica verso il mio collega".

Lui si allontanò e si assicurò che lei lo guardasse.

"Se volevi toccare, Scully tutto quello che dovevi fare era chiedere".

Gli lanciò uno sguardo pieno di tale desiderio da togliergli il respiro.

"Mulder, posso toccarti?"

Gli ci volle un attimo prima di riuscire a controllare la voce. "Hai fatto un lavoro abbastanza buono, finora, ma sentiti libera di appagarti.

Lui si aspettava le sue dita scorrere lente sul torace o insinuarsi tra i capelli, non il tuffo improvviso di tutte le dieci dita dietro i suoi jeans. Era riuscita ad insinuarsi proprio sotto i suoi boxer. La sensazione delle sue mani che gli impastavano il sedere, diede il via ad una tempesta infuocata di adrenalina che gli accese ogni miccia nel corpo. La risultante esplosione di concupiscenza saldò insieme le loro labbra e portò i loro corpi intrecciati fino al materasso.

Si accasciarono in un groviglio, conficcandosi l'un l'altro con gomiti e ginocchia. Quando l'agente Scully finalmente decideva di volere qualcosa, ovviamente non ci girava attorno senza metodo né convinzione. Mulder si trovò spogliato e steso sulla schiena in meno di due minuti.

Lui sperimentò un momento di panico quando lei saltò via dal materasso e si alzò. Durò appena il tempo necessario perché lei aprisse il primo bottone della sua maglia. Egli si chiese se i suoi occhi fossero saltati fuori dalle orbite come quelli di un personaggio dei cartoni animati. Mentre le sue dita volavano da un bottone all'altro, rivelando i suoi seni lattei, sentì il desiderio di gridare, fischiare ed applaudire come la peggior specie di libertino, ma non lo fece, perché questa era Scully, non una qualunque ballerina di lap dance finta bionda in uno squallido bar. Avrebbe dovuto adorarla in ginocchio invece di guardarla con la lingua penzoloni.

La maglia di lei volò via. Spinse via i jeans e le mutande in un solo movimento mentre gli occhi di lui andavano dalle sue mani occupate ai suoi seni saltellanti. Quando ebbe tolto le calze, si lasciò cadere sul materasso e strisciò carponi verso di lui.

Lui la raccolse nel suo abbraccio, pelle su pelle, ed inspirò il suo profumo. L'odore del suo desiderio era forte, o forse era il proprio, o forse quello combinato di entrambi. Non sapeva dove toccarla prima, c'erano così tante possibilità. Questo era un momento da gustare, qualcosa che aveva aspettato di realizzare per anni. Nulla del genere gli era mai accaduto prima, nemmeno nei suoi migliori sogni bagnati su lei. Aprì la bocca per suggerire che prendessero un ritmo più comodo, ma le parole si vaporizzarono quando lei strinse le labbra sulle sue e gli spinse la lingua in bocca.

Il loro primo bacio quasi non durò abbastanza, secondo lui. Lei gli morse e succhiò la lingua e le labbra mentre con le mani iniziava a spargere una serie di scintille sulle terminazioni nervose di ogni posto che toccava. Loro caddero avanti ed indietro sul materasso, tastando ogni centimetro di pelle che potevano raggiungere, finché lei se lo tirò sopra e gli avvolse le gambe attorno alla vita. Il coro di lamenti e gemiti che produssero avrebbe fatto onore a qualunque castello infestato dagli spettri. Egli si chiese brevemente se Elver fosse abbastanza maleducato da guardare. La sensazione della sua mano morbida sul cazzo duro fermò quel pensiero sui suoi binari, e il suo umido scivolare nel calore di lei lo fece deragliare completamente.

Bilanciandosi sulle mani, guardò la sua faccia arrossata sotto di sé, una vista che mai aveva nemmeno sognato di vedere. Era esilarante in modo doloroso; tortura meravigliosa; l'agonia più piacevole che mai avesse sperimentato. Poteva sentire tutti i vuoti dolorosi nel proprio cuore richiudersi, lasciando nient'altro che Scully a riempirli.

Lui non avrebbe mai voluto finire, ma i rumori che lei stava facendo non aiutavano il suo autocontrollo. Nemmeno il modo in cui scuoteva le anche via dal letto per incontrarlo ad ogni spinta. Infatti, ogni controllo che poteva avere era diventato inutile contro l'inondazione di sensazioni che gli assaltavano il corpo. L'orgasmo lo colpì così forte e veloce, tutto quello che poté fare fu di stringere gli occhi ed ansimare mentre riversava tutto l'amore che possedeva nel suo abbraccio accogliente.

Le braccia tremanti non potevano più sostenerlo, e crollò su un fianco. Ci volle qualche secondo prima che il tintinnio nelle orecchie calasse abbastanza da lasciargli sentire Scully che ansimava sotto di lui. Tentò di muoversi, ma lei strinse la sua presa. Stava cominciando a riprendere il controllo della respirazione quando un pensiero orribile lo colpì.

"Non sei venuta, vero?" la sua voce era attutita da un cuscino, ma sapeva che lei l'aveva sentito.

"Non lo sai?"

"Bene, io ero nel mezzo di un'esperienza mistica, così potrei essermi distratto un po'. Mi dispiace di essere stato egoista, ma ero fuori controllo".

"Non hai nulla di cui scusarti, Mulder".

Lui alzò la testa e la fissò con gli occhi spalancati.

"Vuoi dire che sei venuta e io me lo sono perso? Come posso essermelo perso?"

Scully sorrise. "Solo perché non ho gridato 'Oh mio dio, Mulder sei un tale stallone' non significa che non sia accaduto. Penso che guardarti mi abbia fatto partire".

"Se adesso non fossi così stanco, sarei incredibilmente eccitato".

Lei ridacchiò leggermente, insinuando il naso contro il suo sterno. Lui si mosse fino a stendersi accanto a lei e la prese di nuovo tra le braccia.

Rimasero distesi per molto tempo sotto le coperte, le mani si muovevano pigramente sui corpi scaldati dal sesso. Lui non poteva ricordare di essersi mai sentito così rilassato e in pace. Essere qui con lei, toccare la sua pelle nuda, mormorarle tenerezze nell'orecchio, facendola ridacchiare, era un regalo indescrivibile. Avrebbe rinunciato volentieri alla prova concreta sugli extraterrestri, lasciato che qualcun altro mettesse Bigfoot in gabbia, e guardato il mondo andare all'inferno nel cestino della colonizzazione per poter rimanere proprio qui per sempre senza mai spostarsi.

Piccoli sbuffi di caldo respiro sul petto gli dissero che non era il solo a sentirsi stanco morto. Accarezzò via una ciocca di capelli dalla guancia di Scully dandole un bacio sulla fronte. Il resto del giorno si stendeva di fronte a loro, proprio come gli altri giorni in cui erano rimasti arenati in questa casa. Una volta svegli avrebbero dovuto mantenere accesi i fuochi, preparare la cena, fare viaggi verso il gabinetto esterno, parlare delle possibilità di andare via domani, forse giocare a un gioco da tavolo, e finalmente prepararsi di nuovo per dormire. Ed ancora, tutto era diverso, nuovo, in modi che non poteva nemmeno cominciare a contemplare. Era solo ieri mattina quando erano irritati ed adirati l'uno con l'altra? Sembrava quasi una vita fa. La sua mente sobbalzò comprendendo il salto che avevano appena compiuto. Scully si spostò nel sonno, accoccolandosi più vicina. L'afferrò ferocemente, nel sentimento protettivo e familiare che gli gonfiava nel petto finché non seppe se la sua carne fosse forte abbastanza da contenerlo. Questo era un salto di qualità, non importava la distanza o il rischio. Avrebbe fatto ogni cosa in suo potere perché lei non si pentisse mai di avere fatto quel salto con lui.

Mentre si sentiva addormentarsi, il suo ultimo pensiero fu che, forse, Scruples dopo tutto non era poi un così brutto gioco.

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Venerdì, ore 8,23

Mulder si svegliò al suono di acqua gocciolante. Molta acqua gocciolante. Così tanta acqua gocciolante, infatti, che la sua vescica lo esortò ad uscire immediatamente dal letto per non imbarazzarsi come non aveva fatto da quando era svenuto dopo avere bevuto sei bottiglie di birra chiara fatta in casa nell'appartamento di Jimmy McGinty ad Oxford. Nessuno mai ammise di avergli infilato la mano in quella ciotola di acqua calda, ma aveva sempre avuto i suoi sospetti.

Scendendo a fatica dal materasso, non si diede la pena di prendere i vestiti. Erano completamente soli, la casa era isolata ed aveva davvero bisogno di fare pipì *adesso*. Aspettandosi di essere colpito da un muro di aria gelida, quando aprì la porta fu sorpreso di trovare che la temperatura era davvero salita durante la notte. C'era ancora uno spesso strato di neve che copriva tutto a vista d'occhio, ma i banchi di neve erano evidentemente diminuiti ed il percorso per il gabinetto iniziava a mostrare piccoli pezzi di erba morta. Comunque, non prese nemmeno in considerazione l'idea di andare fino al gabinetto, con l'aria calda alla sua schiena nuda e l'aria fredda sul suo davanti svestito. Ragazzi, gli sarebbe mancato fare pipì dal portico, una volta tornato a casa.

Quando rabbrividì tornando in casa, trovò Scully in piedi appena dentro alla porta, fasciata nella sua camicia abbandonata e nei pantaloni rubacchiati. Stava infilando un paio di stivali quando lui entrò in cucina.

"Mulder, non hai un briciolo di pudicizia in corpo". Lui gettò uno sguardo in giù e lei ridacchiò. "Ovviamente non là, quello è sicuro".

Lui la raggiunse, ma lei si spostò di fianco verso la porta.

"Bagno," affermò. "Torno presto".

Si infilò un cappotto, aprì la porta e si fermò brevemente.

"Ringraziamo Dio per le ondate di caldo improvvise," osservò. "Penso che le cose volgeranno al meglio".

Scully gli gettò un ghigno ed uscì dalla porta. Egli la chiuse, guardandola attraverso la finestra mentre si affrettava lungo il sentiero verso la ritirata. Tornando nella casa fredda, passò del tempo riaccendendo entrambi i fuochi, facendo attenzione a tenere certe parti delicate della sua anatomia fuori dalla portata delle scintille.

Era ancora nudo quando lei tornò. Le brillarono gli occhi quando lo frugò con lo sguardo. L'afferrò alla vita mentre camminava, volendo le sue labbra serrate, ma lei si divincolò dalle sue braccia.

"Uh", grugnì. "Alitosi mattutina".

"Tua o mia?" chiese.

"Mia".

"Non l'avevo notato". Si lanciò di nuovo verso di lei, che ancora scappò indietro, fuori dal suo abbraccio.

"Sto per vestirmi," affermò Scully, "poi penso che dovremmo occuparci della colazione. Possiamo discutere cosa fare riguardo il cambiamento del tempo mentre mangiamo. È probabile che tu voglia indossare dei vestiti prima di danneggiare qualcosa che mi sta a cuore, mentre cucini".

Gli lanciò un sorriso oltre la spalla prima di entrare in bagno. Mulder non poté fermare un sospiro felice che sembrava partire dalle dita dei piedi. Si tirò su i jeans, poi si diresse in cucina per vedere che delizie preparare per mantenere alto il loro livello di energia.

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Ore 13.45

Non gli era completamente chiaro come fossero finiti ad amoreggiare, lui disteso sopra di lei sul divano, ma non aveva intenzione di lamentarsene.

Dopo colazione, erano stati d'accordo di aspettare ancora un altro giorno e partire sabato mattina, se il tempo più caldo fosse continuato. Per allora, la neve si sarebbe sciolta abbastanza da rendere il loro tragitto più facile e più probabile trovare aiuto. Avevano passato del tempo portando altra legna, riordinando i piatti della colazione, quindi fu ora di pranzo. Quel che restava del giorno era libero per qualunque cosa volessero fare per occupare il loro tempo.

Apparentemente, Scully voleva pomiciare

Nessuno di loro aveva fretta. Lo scivolare delle labbra sulla pelle ed il calore delle mani erranti era abbastanza per tenerli occupati, per il momento. Avevano davanti il giorno intero e null'altro da fare che alternarsi a farsi impazzire reciprocamente.

Adesso, era la volta di Mulder.

Lui le morse una vena pulsante della gola. Stava battendo molto rapidamente, al momento. Le massaggiò il seno con una mano mentre le labbra si spostavano al lobo dell'orecchio. Lo succhiò in bocca e lo mordicchiò dolcemente. Lei si irrigidì sotto di lui ed ansimò.

"Oh mio dio"... La sua voce era piena di timore e richiesta.

Lui ridacchiò nel suo collo. "Non ho nemmeno cominciato. Se tu pensi che *quello* era buono..."

Lo colpì molte volte nelle costole, facendolo contorcere. "Fermati, Mulder".

La sua testa balzò su, col sopracciglio corrugato. Quando la vide chiaramente in viso, le rughe cambiarono direzione mentre spalancava gli occhi. "Cosa c'è che non va?"

Sbirciando oltre la propria spalla, lasciò cadere la mascella quando vide quello che stava vedendo la sua collega.

Il fantasma di un uomo anziano era in piedi nel mezzo della sala da pranzo. Mulder suppose che si trattasse di un fantasma in quando poteva vedere le credenze della cucina proprio dietro di lui. Sentì anche con certezza che il loro visitatore potesse essere Elver Smallwood. Non poteva pensare a nessun altro fantasma che avesse interesse nel porre fine al suo primo incontro sessuale dopo anni.

Quando la guardarono, la figura trasparente fissò precisamente ognuno di loro a turno, poi camminò verso la porta anteriore. Guardandoli fissamente ancora una volta, passò attraverso la porta chiusa e svanì.

Mulder si catapultò via dal sofà e rincorse il fantasma. Tirando indietro la tenda della finestra nella porta, si aspettava di trovare Elver in piedi fuori, forse aspettando di essere seguito. Invece, vide un portico vuoto, coperto di neve, e due cingolati muniti di sci che ruggivano sul passo carraio verso la casa. Si girò per dirlo a Scully, ma la vide proprio in piedi accanto al suo gomito.

"Guarda, Mulder. Ora possiamo andarcene da qui e trovare aiuto". Raggiunse la maniglia della porta. Lui le afferrò la mano poco prima che l'aprisse. Scully alzò un sopracciglio, sorpresa.

"Io non penso che Elver stesse mostrandoci che era arrivata la cavalleria". Lasciò cadere la tenda al suo posto, poi aprì la porta ed indietreggiò. "Penso che stesse avvertendoci del pericolo in arrivo. Spero che loro non ci abbiano visti".

Il suono dei motori crebbe d'intensità mentre i suoi occhi passavano da quelli della collega alla porta e poi ancora indietro. Seppe quando i pezzi scattarono al loro posto perché la mano di lei si affrettò dietro la schiena, alla ricerca della sua arma.

"Gli assassini?" la mano tornò vuota.

Lui annuì. "Vuol dire che non hanno trovato quello che stavano cercando la prima volta. Dobbiamo nasconderci. Ora".

"Abbiamo bisogno delle nostre armi" disse, acquattandosi dietro il sofà.

Mulder la raggiunse e bisbigliò: "Striscia in camera da letto e trova le nostre pistole. Non lasciare che ti vedano attraverso le finestre".

Lei iniziò il viaggio in corridoio, il più velocemente possibile, a quattro zampe. Lui la seguiva da vicino, strisciando col naso a pochi centimetri dal suo sedere.

Siamo due contro due, e noi abbiamo il vantaggio della sorpresa" lei disse. "Perché hai aperto la porta? Li avremmo potuti tenere fuori, a girare attorno alla casa, furtivi ed inconsapevoli".

"Perché la casa era aperta quando noi arrivammo qui... è così che la lasciarono".

Aprì cautamente la porta della camera degli ospiti e Mulder la seguì nella stanza. Egli si alzò in piedi una volta entrati completamente, sorvegliando la porta anteriore, mentre lei si affrettava verso l'armadio. Lui continuò: "Se trovassero la porta chiusa, saprebbero che qualcuno è stato qui ed ecco svanito il nostro elemento sorpresa".

"Che mi dici del materasso sul pavimento e del fuoco nel camino?"

Pensando alla casa ora calda e alle prove della sua occupazione, scosse la testa.

"Non c'è tempo di ripulire. Dobbiamo solo sperare che siano abbastanza concentrati sul loro compito per non notarlo finché potremo alzare il sipario su di loro".

Il suo bisbigliato "Merda!" gli fece girare la testa. Scully stava guardando esitante le munizioni nelle sue mani. Gli tese i caricatori perché lui vedesse.

"Non possiamo usarli, Mulder".

"Cosa?" I motori dei cingolati si erano fermati. Lui controllò di nuovo la porta. "Dobbiamo, Scully. Vorrei proprio avere qualcosa di più che una pistola scarica, tra me ed un paio di assassini".

"Potrebbero essere instabili," sibilò. "Ne abbiamo avuto già uno che ha fatto cilecca. E se..."

Lui la interruppe scuotendo la testa. Sapeva esattamente quello che aveva causato la scarica della pistola, e non era una munizione difettosa. Togliendo gli occhi dalla porta anteriore per un momento, le lanciò un ghigno oltre la spalla.

"Non c'è niente di sbagliato nelle munizioni," le assicurò. "Va' avanti e ricarica".

"Ma..."

Un'altra scossa della testa. "Abbi fiducia in me, ti spiegherò più tardi".

Con addosso un'espressione dubbiosa, camminò in punta di piedi verso la cassettiera coi loro caricatori e frugò tra il bagaglio a mano. Lui tornò alla sua sorveglianza proprio nel momento in cui pesanti stivali colpivano i gradini del portico, facendo vibrare il pavimento. Mulder chiuse quasi completamente la porta della camera da letto e guardò attraverso la fessura la porta anteriore che si spalancava.

Gli intrusi non stavano cercando di essere silenziosi. Coperta dallo sbattere della porta e dal calpestare degli stivali, Scully riattraversò furtivamente la stanza e porse a Mulder la sua pistola, il caricatore, il distintivo e le manette. Ricaricò la propria pistola, tolse la sicura ed infilò il distintivo e le manette nella sua tasca posteriore mentre lui faceva altrettanto. Prese posizione al suo fianco, ed insieme ascoltarono cosa stavano dicendo i due uomini.

"Sei sicuro di aver controllato la cantina, idiota?"

"Ti ho detto che l'ho fatto, Rusty. Non hai bisogno di insultarmi. Ci ho guardato e non c'erano".

La seconda voce sembrava giovane. La voce era acuta e piagnucolosa, molto nasale, come se fosse raffreddata.

I passi risuonarono sul pavimento, diritti verso il nascondiglio di Mulder e Scully. Muovendosi in modo da nascondersi alla vista, si appiattirono contro il muro della camera da letto. Entrambi furono sollevati quando la porta della cantina si aprì ed i passi scesero i gradini. Le voci degli assassini erano chiaramente udibili mentre continuavano a bisticciare in cantina.

"Bene, deve essere qui da qualche parte. Controlla quella piccola stanza laggiù. Assicurati di spostare la roba, questa volta, in caso lo abbia nascosto sotto qualcosa. Saremmo potuti tornare prima se tu non ti fossi ammalato, imbecille".

Questa era la persona al comando. La voce non era molto più profonda di quella del suo complice, ma sembrava più vecchia, più dura. Sembrava anche ubriaco.

"Come potevo evitarlo, visto che il mio fratellino mi ha starnutito addosso? Ero completamente bagnato la prima volta che uscimmo da qui e ho preso il suo raffreddore. Non è stata assolutamente colpa mia".

"Aw stai zitto. Merda! Non è qui". Il suono di scatole e bottiglie che colpivano il pavimento in uno scatto d'ira echeggiò sulla scala. "Dev'essere di sopra da qualche parte. Dovremo guardare ancora".

"Io non andrò nella stanza con lui, Rusty. Farò tutto il resto della casa da solo, ma non andrò vicino ad un cadavere".

"Sei una donnicciola, Lloyd". Salivano pestando goffamente gli stivali sui gradini e poi nel corridoio, diretti verso l'altra parte della casa. "Perfetto. Io guarderò in quella stanza, tu prendi la cucina. È abbastanza lontano dalla carcassa, per te?"

"Lo sai, prima di tutto non avresti mai dovuto sparargli, Rusty. Dovevamo stordirlo e legarlo..."

Mulder e Scully trattennero il respiro mentre le voci si abbassavano. Si tesero per sentire ogni indizio che li aiutasse a localizzare gli intrusi.

"C'è qualcuno nella casa".

La voce di Rusty li raggiunse appena, quasi un bisbiglio.

"Come ti immagini..."

Lloyd all'inizio non capiva; le sue parole arrivarono più che bene, troncate dal suono di pelle che schiaffeggia altra pelle.

"Guardati attorno, testa di cazzo! Qui non è come lo abbiamo lasciato".

Mulder pensò che non avrebbero avuto opportunità migliore, ora che l'elemento sorpresa era andato. Attrasse l'attenzione di Scully e sollevò tre dita. Lei inclinò la testa una volta, due, tre. Scattarono fuori insieme dalla camera da letto, Mulder in alto, Scully in basso, le pistole strette in pugno.

"FBI! Non muovetevi!" gridarono all'unisono.

I due intrusi rimasero in piedi in mezzo alla zona pranzo. Nonostante il cipiglio adirato dell'uomo più massiccio, entrambi alzarono le braccia in aria.

"Mani sulla testa," gridò Mulder. "Fermi là".

Lui passò dietro a Scully, guardandosi bene dal coprire la sua linea di fuoco. Tagliando di fronte al camino, aggirò il divanetto per arrivare dietro agli uomini mentre lei procedeva per il corridoio dietro al sofà. Mulder era quasi nella zona pranzo quando vide un movimento con l'angolo dell'occhio. Azzardò uno sguardo verso la cucina e spalancò gli occhi quando le porte delle credenze si aprirono di colpo.

"Scully, stai giù!"

Lei si lasciò cadere a terra mentre una scatola di cibo le volava sulla testa ammaccando il muro accanto a lei. Mulder si acquattò dietro al divanetto e guardò lattine, scatole, bottiglie, piatti e bicchieri volare fuori dalle credenze uno dopo l'altro. Non stavano precipitando... venivano gettati. Alcuni dei proiettili rimbalzavano sui mobili o si fracassavano sul focolare, ma la maggior parte miravano diritti contro i due intrusi che ora stavano accovacciati sul pavimento, con le braccia sulla testa. Mulder trasalì quando una lattina di crema di mais colpì la testa di un uomo, poi rimbalzò dal pavimento e batté sulla schiena dell'altro.

"Quello lascerà un segno," mormorò. Sbirciò oltre l'orlo del divanetto verso la posizione della collega, ma fu costretto a chinare di nuovo la testa per ripararla da una confezione di sei tazze da dessert che colpì sordamente i cuscini. La confezione di cartone si aprì e due coppe di plastica saltarono dietro il divanetto, colpendolo forte sulla testa.

Mulder spalancò la bocca quando vide il rotolo di corda volare via dal piolo sulla porta posteriore, svolgendosi sibilando attraverso l'aria come un serpente anoressico. Proprio mentre si arrotolava attorno alle figure rannicchiate sul pavimento, i capi frustavano in su ed in giù, ed i colpi lasciavano loro dei lividi sulle mani e sulle facce.

Il candeliere della sala da pranzo ondeggiò avanti ed indietro in un arco innaturalmente largo, cigolando e stridendo mentre la catena che lo reggeva protestava per il movimento inusitato. Egli avrebbe preferito lasciare che le forze lavorassero a loro modo, ma quando il cassetto dei coltelli in cucina si spalancò, Mulder seppe che era ora di intervenire. Nessuno mai avrebbe creduto che non erano stati lui e Scully a colpire e pugnalare a morte due uomini disarmati. La vera storia sarebbe un poco più facile da ingoiare se avessero avuto altri testimoni in vita.

"Elver," gridò Mulder, "fermati! Lo so che sei adirato, ma devi permetterci di entrare in gioco, ora. Noi ci assicureremo che paghino per quello che ti hanno fatto. Per favore, non permettergli di trasformare anche te in un assassino".

Per qualche secondo, sembrò che avesse sprecato il fiato. Utensili da cucina e cibi in scatola continuarono a fischiare sulle loro teste. Mulder stava preparandosi a rinnovare la sua dichiarazione quando improvvisamente tutto smise di muoversi e semplicemente si fermò. Tutti gli oggetti sospesi caddero come pesi di piombo. Tutto quanto era sospeso sui due piagnucolanti intrusi diede un ultimo colpo ai loro corpi infelici. Il resto atterrò sul pavimento e rotolò fino a fermarsi.

Mulder si alzò e si mosse prima che l'ultimo eco morisse. Scully sgusciò dall'altro lato della stanza, coprendolo con la pistola puntata. Estrasse le manette dalla tasca posteriore ed afferrò il braccio remissivo di un uomo. L'assassino malmenato emise un piccolo lamento e non si mosse.

"Rusty e Lloyd, siete in arresto per l'omicidio di Elver Smallwood. Qualsiasi cosa direte può e sarà usata contro di voi in tribunale. Se sarete fortunati, il sig. Smallwood non si presenterà a testimoniare per l'accusa". Mulder finì il classico avvertimento Miranda, coprendo Scully, diversamente dall'abitudine, mentre ammanettava il secondo uomo.

Lividi e bernoccoli spuntavano su ogni centimetro esposto della pelle degli intrusi. Non sembravano intenzionati a resistere all'arresto né a fuggire. Mulder pensò che non aveva molto senso trasferirli subito; non sembravano capaci di andare in nessun posto di propria volontà.

Lasciando gli uomini a lamentarsi sul pavimento, andò verso il focolare e fece cenno a Scully di raggiungerlo. Lei gettò uno sguardo ai loro prigionieri, poi lo seguì.

Ci sono due cingolati, là fuori," disse Mulder. "Penso che sia ora di cercare aiuto".

Lei chinò la testa verso gli uomini sul pavimento: "Cosa dovremmo farne, di loro?"

"Penso che non andranno da nessuna parte, adesso. Elver farà in modo che sia così. Io prenderò un cingolato e seguirò la loro pista. Forse condurrà in città, o almeno ad un'altra casa con un telefono".

Lei mise una mano sul petto di Mulder per fermarlo quando lui fece per allontanarsi.

"Aspetta. Cosa significa che *andrai* a cercare aiuto? Perché non dovrei andarci io, invece?"

"Insooommmaaa..." ci pensò seriamente, ma non poté trovare un argomento ragionevole perché lui dovesse andare e lei restare. Scully era perfettamente in grado di sparare ai prigionieri se fosse stato necessario, ma non gli piaceva l'idea di lasciarla sola con loro nonostante la loro attuale condizione. Né era felice di mandarla fuori al freddo per cercare aiuto, il che poteva significare un tempo molto lungo, nelle condizioni meteorologiche correnti. E non potevano andare entrambi... nemmeno Mulder avrebbe rotto le regole al punto di lasciare dei sospetti assassini incustoditi. Abbassò le spalle, rassegnato.

"Ok, Scully scegli tu. Vuoi giocare alla guardia, o cavalcare nel tramonto su una nube di gas di scarico?"

Il sorriso sul suo viso gli disse che aveva preso la decisione corretta. Ora doveva soltanto accettare la sua, qualunque essa fosse.

"Penso che io dovrei cercare aiuto mentre tu stai qui" affermò in un tono deciso di voce. "Come hai detto, posso seguire la loro pista, per incominciare. Inoltre, sono più leggera di te, così viaggerò più veloce. Se mi perderò o non troverò nessuno in un lasso ragionevole di tempo, ritornerò qui e potrai tentare tu. Sembra un piano, collega?"

Lui non poté evitare di sogghignare". Sembra un *buon* piano. Seguiamolo".

Mentre Scully si fasciava in altri vestiti e stivali presi in prestito, Mulder aiutò gli uomini feriti guidandoli tra i cocci ed i pacchi sparsi nel soggiorno. Ne mise uno sul divanetto e l'altro sul sofà, poi portò una sedia dalla sala da pranzo dove potesse guardarli entrambi. Sarebbe stato il meno comodo dei tre, ma Mulder pensò che loro avevano già sofferto abbastanza, per il momento. Nessuno dei due poteva muoversi senza gemere e sembrava che uno di loro avesse una mano rotta. Decise di non farne menzione a Scully: avrebbe solo allontanato il momento in cui avrebbero trovato qualcuno per aiutarli e probabilmente non c'era comunque molto da fare, in quelle circostanze. Avrebbe raccolto della neve in un sacchetto Ziploc da usare come impacco di ghiaccio dopo che lei fosse andata via.

Lui guardò per vederla in piedi alla porta anteriore, mentre si allacciava in vita un parka enorme. Tenendo la pistola in mano, si avvicinò per salutarla. Improvvisamente, ricordò una cosa importante.

"Aspetta. Devo vedere quale di loro ha le chiavi".

Scully gli afferrò la mano.

"Se le chiavi non sono nell'accensione, ti permetterò di vincere la prossima partita a Scarabeo".

Le strinse la mano: "Tu mi *permetterai*, huh?"

"Yep". Ghignò lei ". Ma non dovrò farlo, perché questi tipi imbecilli non si prendono mai la briga di portare con sé le chiavi. Saranno là".

"Bene, lo vedremo, no? Lascerò la porta aperta in caso tu debba ritornare a cercare nelle loro tasche".

Restarono fermi per molti secondi, guardandosi negli occhi, prima che Mulder intrecciasse le dita con quelle di lei, tirandosela vicina.

"Fai attenzione," le mormorò nell'orecchio. "Non correre rischi. Una volta che sarai al passo carraio, se perdi la pista, cerca di aderire alla strada, in caso ci siano sacche di aria sotto la neve. Sarò preoccupato fino al tuo ritorno, così non bighellonare, a meno che tu non mi voglia trasformare in uno gnomo avvizzito dai capelli grigi".

"Altre istruzioni, papà?" gli occhi di Scully brillarono guardandolo, un piccolo sorriso spingeva sugli angoli della bocca. Egli sentì una spinta improvvisa a baciare quel sorriso.

"Sì," rispose lui attorno al grumo che aveva in gola. "Scarica quell'imbecille che stai guardando e trova qualcuno più degno di te".

"No". Strinse le dita attorno a quelle di lui. "Non accadrà. Mi ci è voluto molto tempo per dirgli cosa sentivo realmente per lui, ed ora intendo raccoglierne i benefici. Inoltre, non è un imbecille, è magnifico. Abituati all'idea".

Alzandosi in punta di piedi, pigiò un bacio rapido sulle labbra di Mulder. Egli lanciò un breve sguardo oltre la spalla per assicurarsi che i loro prigionieri non avessero visto. Entrambi stavano sdraiati con gli occhi chiusi, evidentemente privi di sensi. Così mise la mano dietro alla testa di Scully e la tirò vicina per un bacio più profondo, più soddisfacente. Entrambi stavano respirando più velocemente, quando finalmente si divisero. Sorridendo, lei infilò un paio di guanti spessi, poi aprì la porta.

"Ritorno appena posso," disse lei. "Cerca di non preoccuparti. Mi piace il colore dei tuoi capelli".

Lui chiuse la porta dietro di lei e ritornò al suo posto in soggiorno. Passarono un paio di minuti, poi il ruggito lamentoso del motore di un cingolato riempì la stanza. Sbuffò una risata, Scully aveva ragione. Gli idioti avevano lasciato le chiavi nell'accensione. Muovendosi verso il focolare, gettò altra legna sulle fiamme, facendo saltare per la sorpresa gli altri due uomini. Lo guardarono mentre tornava alla sua sedia e si sedeva, mettendo la pistola in equilibrio su una coscia.

"Allora," disse Mulder, "chi ha voglia di una bella storia di fantasmi?"

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Ore 17.15

Mulder non era preoccupato. Non realmente. Bene, forse un pochino, se quasi dimenticarsi di cenare possa contare come essere preoccupato. Aveva dovuto riammanettare entrambi i prigionieri con le mani davanti in modo che potessero mangiare. Non voleva essere accusato di punizione crudele ed insolita oltre a quella di assalto con un'entità defunta. Ma non ne era molto preoccupato. Tranne che gli aveva preso del tempo capire come occuparsi dell'uso del bagno. Per lui *e* per loro. Solitamente poteva pensare a cose del genere senza problemi. Forse essere preoccupato aveva qualcosa a che fare con questo. I prigionieri apparivano abbastanza disperati quando gli permise di orinare dal portico. La preoccupazione gli rendeva difficile pensare chiaramente. Non poteva certo fare il viaggio fino al gabinetto esterno e lasciarli dentro senza una guardia, e, accidenti, non li avrebbe portati entrambi con sé. Così si era fatto gli affari propri con la porta posteriore aperta in modo da tenere un occhio su di loro, poi li aveva portati fuori uno alla volta guardando dalla finestra finché ebbero finito.

Era andata bene, ma ora si stava veramente preoccupando.

Usò il piede per spingere fuori e togliere di mezzo il più dei cocci, mentre i suoi prigionieri giacevano lamentandosi di tanto in tanto. Quando le tenebre della sera si stabilirono sulla casa, accese le lampade e si sedette ad aspettare. Si intrattenne leggendo ad alta voce Via col vento, completo di voci differenti ed accento del sud. Le occhiate orribili sulle facce di Rusty e Lloyd l'aiutarono a tenere la mente via dalla sua collega assente. Per lo più. L'avrebbe aiutato di più se davvero si fosse goduto la storia.

Il suono molto forte di un motore fece girare le tre teste verso la porta. Mulder lasciò la sedia in pochi secondi. Spalancò la porta su fari molto brillanti che si muovevano sul passo carraio. Un Humvee (veicolo militare a 4 ruote motrici, ndt) verde e marrone spinto attraverso la neve in discioglimento si fermò accanto ai gradini del portico. Il sospiro di sollievo che gonfiò il torace di Mulder, gli sembrò il primo pieno respiro da ore.

Aspettare che la collega scendesse dal grosso veicolo gli prese quel poco di pazienza che gli era rimasta. Eppure sorrideva, mentre lei camminava a fatica sul vialetto. Tre uomini la seguivano a discreta distanza, uno in mimetica e gli altri due nelle uniformi della Polizia di stato.

Scully gesticolò dietro di sé ondeggiando la mano e gridò: "Ecco la cavalleria. Spiacente che ci sia voluto così tanto tempo".

"Non ero preoccupato". L'espressione sul viso di lei gli disse che non credeva alla sua bugia. Si schiarì la gola e continuò: "Quanto tempo ci hai messo, per trovarli?"

"Crederesti che siamo a circa cinque miglia dalla città più vicina?" condusse la squadra di soccorso verso la casa mentre continuava: "La pista del cingolato saliva su un altro passo carraio approssimativamente a quattro miglia lungo la strada, ma avevo già visto dei segnali per la città, così ho continuato fino a trovarla. Infatti, avremmo visto un segnale se avessimo terminato la curva invece di scivolare nella fossa. Non ci sarebbe voluta più di mezz'ora, ma le strade sono ancora brutte. Hanno dovuto chiamare la Guardia Nazionale e la Polizia di stato per aiutare a liberare le persone ancora intrappolate nelle macchine. Stavano per mandare subito qualcuno qua, ma gli ho detto che avevi le cose sotto controllo e che il corpo non sarebbe andato da nessuna parte, così siamo passati tra le situazioni non critiche. Finalmente è giunto il nostro turno ed eccoci qui".

"Come ho detto, non ero preoccupato. Non molto".

Mulder tenne la porta aperta mentre la scorta di Scully la seguì all'interno. La Guardia prese una barella mentre lei guidava un poliziotto verso la scena del delitto. Quando la porta fu chiusa dietro di loro, Mulder prese un'altra sedia dalla sala da pranzo ed invitò il secondo poliziotto a sedersi. Stava già ripassando mentalmente quanto dire e quanto celare nel resoconto degli eventi. Non ebbe bisogno di preoccuparsi. Per quando ebbe scelto cosa dire riguardo quella mattina, i prigionieri erano pronti ad offrire la loro versione dell'accaduto. Era piuttosto lieto che non fossero abbastanza furbi da usare le informazioni a loro vantaggio.

"Allora, mi può ripetere dov'era l'agente Mulder?" L'agente Ledert aveva già percorso la trafila dell'interrogatorio... due volte. Le risposte che stava ricevendo non sembravano aggradargli particolarmente. Rusty indicò il divanetto che ora accoglieva il suo complice.

"Lui era là dietro, cercava di proteggere il suo grazioso visetto".

La faccia di Rusty era tutt'altro che attraente già da quando era entrato in casa, così un po' di amarezza e di invidia erano comprensibili. Mulder non poté evitare di inorridire facendo smorfie mentali per la misura ed il colore della palpebra destra di Rusty.

"E dov'era l'agente Scully?"

"Come le ho già detto prima, era proprio qui, nascosta dietro a questo stesso divano".

"E loro non vi hanno gettato nulla?"

"Lo giuro su Dio, quelle lattine e tutta l'altra merda sono volate fuori dalle credenze come se avessero le ali. Io e Lloyd non abbiamo avuto scampo. Siamo stati gettati a terra in un attimo".

L'agente Ledert guardò interrogativo verso Mulder che semplicemente allargò le mani nel gesto: "Cosa posso dire?". Entrambi guardarono su al suono della porta che chiudeva la camera da letto contenente i resti mortali di Elver Smallwood. L'altro poliziotto seguì Scully nel corridoio verso il soggiorno, mentre entrambi si toglievano i guanti di lattice.

"Temo che non saremo in grado di portare il corpo con noi, Agente Scully," le disse. "Sarei felice di rimanere, ma con due prigionieri da sorvegliare, temo che non sia possibile. Mi dispiace. Spero che non abbiate problemi nel restare qui un altro giorno".

Lei gli rivolse un piccolo sorriso. "Va bene, agente Carney. Noi staremo bene. Abbiamo già passato la maggior parte della settimana col sig. Smallwood, un giorno in più non farà nessuna differenza".

"Perché non ce ne andiamo via oggi, agente?" Mulder si alzò avvicinandosi alla collega, tentando di non librarsi su di lei. "Sembra che mi sia perso parte del processo decisionale". Guardò fisso tra il poliziotto e Scully, aspettando una risposta. Avrebbe dovuto indovinare che gli sarebbe giunta da lei.

"È una questione di sicurezza a causa dello spazio ridotto nell'Humvee, Mulder. Loro ora porteranno via i sospetti, ma l'agente Carney mi assicura che qualcuno ritornerà a prenderci entro domani".

"Davvero?" Mulder strinse appena gli occhi con finta gelosia, per vedere cosa avrebbe fatto Scully.

Lei strinse insieme le labbra in una linea sottile, evidentemente trattenendo una risata, e rispose: "Hmm".

"Bene, allora," affermò, "non teniamo questi agenti occupati più a lungo. Signori, sono tutti vostri".

L'uscita dei rappresentanti della legge e dei prigionieri fu rapida ed efficiente, sottolineata dalla chiusura della porta anteriore da parte di Mulder che ci spinse il proprio peso contro. Prima che potesse muoversi, calde braccia erano strisciate da dietro attorno alla sua vita. Nel suo nuovo ruolo di innamorato di Dana Scully, non poteva rinunciare ad un'opportunità per stuzzicare.

"Tu e l'agente Carney sembravate terribilmente vicini".

Lei gli pizzicò lo stomaco. "Non come tu ed io".

Mulder si girò all'interno del cerchio delle sue braccia. La tirò vicina, appoggiandosi indietro per vedere i suoi occhi splendenti.

"Quindi non ti sei eccitata per la preoccupazione di Carney per la povera piccola donna indifesa? Dopo tutto, eri sola, qui, con un solo agente dell'FBI a proteggerti".

"C'è un solo rappresentante della legge che mi eccita, e non è l'agente Carney".

Egli gettò in alto le mani. "Lo sapevo! Il pancione dell'agente Ledert ti ha conquistata, vero? Ho sempre sospettato che gli uomini corpulenti fossero la tua passione segreta".

"Ecco perché passo il mio tempo con te, Mulder. Quelle piccole maniglie dell'amore sono mooolto sexy".

"Io non ho le maniglie dell'amore!"

Scully strinse una mano ad entrambi i lati della sua vita e lo tirò contro il proprio corpo. "Sicuro che le hai. Vedi?"

Quella piccola manovra chiedeva un bacio. Un lungo, profondo, appassionato bacio che li lasciò entrambi gementi ed ansanti. Spingendosi via dalla porta, la condusse al sofà e vi si distese. La tirò sopra di sé ed aspettò che si sistemasse.

"Quindi cosa dovremmo fare per le prossime ventiquattro ore?"

Chiese lui. Scully era distesa con le mani piegate sul suo petto che sostenevano il mento. Il suo naso era così vicino che lui non poté resistere alla spinta di sporgersi a baciarlo. Lei gli rivolse un sorriso abbagliante.

"Noi potremmo giocare ad un gioco" rispose. "Certamente devi conoscere molti giochi interessanti".

Egli le spinse una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Cosa preferisci? Risico? Monopoli? Una eccitante partita a Yahtzee?"

Si contorse nelle sue braccia, strofinandosi contro porzioni della sua anatomia che non avevano visto questo genere di azione da anni... fino a poco fa. Gli occhi di Mulder si spalancarono nel capire.

"Stavo pensando di scovare qualcos'altro" lei faceva le fusa. Il respiro di lei gli solleticava le labbra e lui sorrise. "Pensi di esserne all'altezza?"

"Fatti avanti, collega. Io sono all'altezza per qualunque cosa tu abbia in mente". Egli si sporse per baciarla ancora e colse un movimento con la coda dell'occhio. La tenda sulla porta posteriore stava dondolando dolcemente, come se qualcuno avesse appena dato una sbirciatina.

"Ehi, Elver!" gridò Mulder. "Abbiamo apprezzato davvero il tuo avvertimento, ma pensi che potremmo avere un po' di privacy, per un po'?"

Il suono di passi attraversò la sala da pranzo e si mosse dietro al sofà verso l'atrio. Quando (i passi) passarono davanti alla porta anteriore, poterono scorgere il leggero contorno del corpo di un uomo. Continuarono fino alla fine del corridoio, dove la porta di una camera da letto cigolò aprendosi, e poi si chiuse.

Mulder aveva una spiritosaggine pronta sulle labbra, ma prima che potesse parlare, sentì una nuova serie di rumori di piedi battere sul pavimento di legno duro. Questi erano più agili dei primi, con un passo più corto ed un suono più alto. Seguirono lo stesso percorso degli altri passi e quando passarono la porta anteriore, la forma del corpo di una donna divenne visibile contro il legno scuro, per un secondo. Scomparve, ma i passi continuarono lungo il corridoio. La porta alla fine cigolò aprendosi e richiudendosi. Il fuoco sibilò e schioccò nel silenzio che seguì.

Lasciando uscire il respiro che stavano trattenendo, Mulder non poté evitare di sorridere all'occhiata scioccata sul volto di Scully.

"Ora," bisbigliò nella sua bocca, "dove eravamo, prima di essere interrotti così bruscamente"?

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FINE

Note finali dell'autrice, perché a lei piace chiacchierare dopo, come ad alcune persone piace fumare: non ho idea da dove sia venuta questa storia. Ci sono state recentemente alcune discussioni interessanti nei message boards su dove gli autori trovano le loro idee. Molte persone sono inspirate da un particolare brano musicale, o da qualcos'altro che hanno letto. Io non ho indizi terreni. Era semplicemente là, così l'ho scritta.

Questa storia non avrebbe visto la fine senza il meraviglioso aiuto di Dan e Cindy, che mi hanno assistito nel mettere insieme i primi dettagli e nel pre-beta. Per qualche ragione, non mi sembrava mai adatto. Ho persino avuto problemi dove M&S stavano per rimanere bloccati nella neve. Sembrava che non interessasse il grande schema delle cose, ma mi turbava. Così li ho finalmente gettati nella mia sfera d'azione generale. Chiunque segua la situazione meteorologica del Paese sa cosa può provocare una nevicata dovuta al buon vecchio effetto-lago nelle zone a nordest del mio stato. Per quanto io tema l'inverno nei miei anni del declino, a volte vorrei essermi spostata in quella zona molto tempo fa. Immagino che se iniziasse a nevicare, sarebbe sufficiente per chiudere tutto per qualche giorno. Mi sto anche impigrendo, nella vecchiaia..

Special disclaimer: non possiedo Scrabble, Scruples, Battleship, Stadium Checkers, né nessuno degli altri giochi da tavolo menzionati, eccetto le copie personali dei giochi stessi. Nessuna intenzionale mancanza di rispetto nel menzionarli, e, chi lo sa? Potrebbe persino aumentare un po' le vendite. Penso che dovreste provare le aste ondine per Stadium Checkers. La produzione è cessata da alcuni anni, ed è così che ho trovato il mio durante un improvviso attacco di nostalgia.


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